Tifare per l’Italia è patriottismo?

Stasera una moltitudine di persone guarderà la partita, gioirà e soffrirà con i giocatori in campo. Soprattutto si identificherà con la bandiera, con l’inno, con il nome Italia. Un fenomeno impressionante che toccherà vette di emotività in caso di vittoria. Il rito laico più diffuso al mondo sarà celebrato per la conquista di un titolo transitorio e di esclusivo valore sportivo. Persone di solito molto moderate nelle loro esternazioni tirano in ballo l’onore nazionale e il patriottismo. Persino i vertici europei dicono che bisogna tifare Italia perché è l’unica squadra europea rimasta in gara. È evidente la sproporzione tra la sostanza di ciò che accadrà e il pathos che l’accompagna. Perché?

Tante le possibili spiegazioni, ma una sovrasta le altre: la voglia di identità. Attraverso lo sport più popolare si cerca di esorcizzare il conflitto verso gli “altri” spostando la competizione su una gara sportiva. Ma cosa può cambiare una partita di pallone? Cosa vale una vittoria o una sconfitta? Poco. Tanto sventolio di bandiere lascerà, forse, una piccola traccia nel profondo. Ma tifare la nazionale di calcio non basta. Per rendere gli italiani orgogliosi di esserlo ci vuole molto di più

11 luglio 2021

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