Tolgono lavoro agli italiani

Tolgono lavoro agli italiani. Questa la motivazione suprema di quelli che vorrebbero punire i migranti. E in che modo tolgono lavoro agli italiani? Accettando compensi da fame, facendosi sfruttare così che gli italiani non possono competere con loro.

Meravigliosa motivazione! Applausi! Colpevoli non sono gli sfruttatori italiani e le autorità che lasciano fare, ma gli sfruttati. I datori di lavoro hanno molti problemi e il costo del lavoro è troppo alto, ma sono sempre tanti quelli che si approfittano delle disgrazie altrui. Anzi, no: sono sempre troppi i disgraziati che si lasciano approfittare. È questa la versione giusta, vero?

Pensandoci bene lo schema si può applicare anche ad altri campi, per esempio le violenze sulle donne. Eh sì bisogna proprio recuperare la vecchia giustificazione degli stupratori: “era provocante” o anche “non ha fatto (abbastanza) resistenza”. Avevano ragione gli stupratori: le colpevoli erano le vittime, anzi, doppiamente colpevoli perché toglievano spazio alle ragazze da marito oneste e illibate.

Applicare lo schema è semplice: basta invertire l’onere della prova e mettere sotto accusa le vittime salvando la “buona fede” dei colpevoli.

Però però c’è un buco nel ragionamento sul lavoro. I giovani italianissimi sottopagati e sfruttati e pure dotati di titoli di studio e che spesso se ne vanno all’estero a lavorare come li spieghiamo?

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