Ucraina: la partita a scacchi di Putin

Può uno stato invaderne un altro dichiarando che non ha diritto di esistere ? In teoria no. In pratica sì se decide che è la forza che crea il diritto. Putin sta invadendo l’Ucraina sulla base della semplice constatazione che i rapporti di forza sono a lui favorevoli e che alla Russia serve, dopo anni di libera espansione della Nato ai suoi confini, una zona di influenza libera da basi militari ostili. Nulla di clamoroso, ma la semplice applicazione di un comportamento da grande potenza che la Russia non è più nel mondo, ma che ai suoi confini vuole tornare ad essere. D’altra parte né gli Usa né i paesi europei hanno detto di volersi schierare a fianco del governo ucraino a difesa della sua sovranità. Il che, nella logica della forza, equivale ad un via libera.

Le sanzioni non sono mai servite a molto. Dopo l’annessione della Crimea la Russia ha ampliato moltissimo la sua proiezione all’estero basata sullo strumento militare. Proprio quello che l’Europa, potenza economica e nano politico, non ha sostituendolo con la diplomazia, il dialogo e tanti altri nobili concetti. Intanto la Russia si è installata in Siria, in Libia, in Mali. Cosa ha saputo fare l’Occidente per impedirlo? Nulla. Perché, dunque, Putin dovrebbe fermarsi ora? Tornerà a dialogare a missione compiuta

22 febbraio 2022

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