Il Movimento 5 Stelle nel suo labirinto (di Claudio Lombardi)

“La cittadina senatrice Gambaro con le sue ripetute dichiarazioni ai media, esclusivamente a titolo personale, nelle quali ha esternato analisi politiche attaccando Beppe Grillo e attribuendo allo stesso gli esiti dei risultati elettorali ha messo in atto un’azione lesiva dell’immagine e dell’attività del Movimento 5 Stelle”. Così una dichiarazione di Vito Crimi e Nicola Morra ex capogruppo e capogruppo in carica al Senato del M5S. Pochi giorni prima era stato Grillo a scrivere che la senatrice era una che non valeva niente e che se ne doveva andare dal Movimento. In questa dichiarazione sono chiaramente riassunti i termini del problema che condannano il Movimento 5 Stelle a vagare in un labirinto dal quale non riesce ad uscire e del quale non sembra rendersi conto.labirinto

Una premessa, però, è d’obbligo perché a questo punto non si tratta di distribuire voti in pagella a nessuno, ma di capire che la sorte del M5S interessa la politica italiana e, in particolare, chi guarda al polo progressista e di sinistra come una speranza per l’Italia. Non c’è dubbio che il movimento fondato da Grillo ha intercettato non solo la protesta, ma anche la spinta a partecipare e a rinnovare radicalmente il quadro politico (a cominciare dai suoi protagonisti) di alcuni milioni di cittadini. Questa spinta non va delusa perché è uno degli elementi attivi di quel cambiamento che è indispensabile per uscire dalla crisi stando tutti meglio e non schiacciando il tenore di vita e i diritti della maggioranza degli italiani.

Torniamo alla dichiarazione e al labirinto. Una semplice critica di alcune espressioni usate da Grillo (inutilità del Parlamento, tomba maleodorante) produce un effetto lesivo sul Movimento tale da rendere necessaria l’espulsione di chi ha fatto la critica. Dunque un movimento che vorrebbe liberare gli italiani da tutte le nefandezze e le degenerazioni del sistema politico attuale in realtà è fondato sulla negazione della libertà di pensiero dei suoi eletti e sulla fedeltà assoluta al capo di cui non va messa in discussione nemmeno una frase, una dichiarazione, una battuta.leader al comando

Nel panorama politico italiano non si era mai vista una tale disciplina ferrea e una tale assenza di procedure democratiche. Forse qualcosa di simile, ma di molto più occulto, c’è stato e c’è nelle formazioni politiche promosse da Silvio Berlusconi ed è l’unico termine di paragone rintracciabile nella storia dell’Italia post fascista.

Attenzione, qui non si tratta di fedeltà ad un’ideologia o ad un partito, ma ad una persona, proprietaria di un marchio politico con il quale sono stati eletti in Parlamento 163 deputati e senatori. Il problema è serio si sta producendo un pasticcio che rischia di vanificare 9 milioni di voti messi al servizio di una protesta continuamente esaltata e non utilizzati per costruire qualcosa che cambi la situazione italiana. Un vero labirinto nel quale il senso dell’esistenza del Movimento 5 Stelle si smarrisce e nel quale c’è bisogno di una dose sempre più alta di tensioni a cui aggrapparsi per rimanere a galla. Un pasticcio e un gran brutto esempio di politica autoritaria, di spirito settario, di culto della personalità (Grillo definito addirittura patrimonio dell’umanità! Roba da matti…).

partecipazione politicaEcco, bisogna capire se il Movimento 5 Stelle vuole continuare a stare in questi confini o se vuole superarli. La scelta si impone: il movimento si propone di essere una guida politica per l’Italia, ma se una guida contiene in sé e rappresenta anche i caratteri nuovi che vuole imprimere alla vita politica del Paese cosa significa reprimere la libertà di pensiero, imporre l’ortodossia intorno ad ogni gesto, ogni frase, ogni decisione di una sola persona? Cosa significa l’assenza di qualunque struttura di partecipazione democratica che dia un minimo di garanzie a chi vuole esprimere il suo punto di vista? Inutile dire che c’è la rete perché lo sanno tutti ormai che è molto facile controllare e manipolare internet. No il M5S deve decidere se rifondarsi davvero come movimento sottraendosi all’asfissiante controllo di Grillo o se continuare ad essere uno strumento del suo blog (art. 4 dello statuto M5S).

Sono due scelte molto diverse ed è bene che lo capiscano gli eletti e tutti coloro che hanno votato M5S pensando di dare una spinta al cambiamento. Il cambiamento vero ci sarà solo in un caso; nell’altro no.

Claudio Lombardi

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