Ma quanta austerità ci hanno imposto?

Quante volte l’Europa è stata accusata di imporci l’austerità? Innumerevoli e viene evocata tuttora anche a proposito del nuovo patto di stabilità. Bisogna intendersi. Austerità significa porre un freno a deficit e debito perché di norma un aumento delle spese superiore a quello delle entrate provoca un deficit che si trasforma in maggior debito. Col vecchio patto di stabilità dei limiti c’erano. Poi sono stati sospesi con la pandemia e verranno sostituiti da quelli del nuovo patto di stabilità. La verifica più semplice è andare a vedere i dati.

È quello che ha fatto Alberto Brambilla presidente del Centro studi itinerari previdenziali in un articolo pubblicato su L’economia del Corriere della Sera l’8 gennaio. Vediamo cosa dicono questi dati.

Il punto di partenza è il 2008. Senza distinguere tra debito buono e debito cattivo (copyright Mario Draghi) nel 2008 il livello era di 1.632 miliardi (102% del Pil). In 11 anni si sono aggiunti 777 miliardi di debito in più. Infatti nel 2019 si sono raggiunti i 2.409,9 miliardi (134,7% del Pil). Da notare il peggioramento del rapporto con il Pil che indica un’economia che cresce meno del debito e non di poco. 777 Miliardi non sono poca cosa. È quindi lecito chiedersi: dove sono finiti i soldi? Se consideriamo lo stato critico delle infrastrutture o della sanità o degli acquedotti o delle opere pubbliche per la prevenzione delle inondazioni o delle forze armate (forti in stipendi, ma deboli in armamenti) o degli edifici scolastici bisogna pensare che abbiano fatto perdere le loro tracce. I sostenitori della spesa ad oltranza che imprecano contro l’austerità dovrebbero spiegare questo strano fenomeno di un debito che cresce di molto e di un’economia che rallenta. Ma come: non era l’espansione della spesa la chiave per lo sviluppo economico? Viene quasi il dubbio che non tutte le spese siano uguali e che i problemi di fondo di un sistema-Paese non si risolvano in questo modo. Dirlo comporta, però, l’accusa di schierarsi per l’austerità. Meglio vedere qualche altro dato.

Come era facile aspettarsi la corsa del debito non si è arrestata al livello del 2019. Innanzitutto quell’annata con il governo Conte 1 ci ha portato in regalo il Reddito di cittadinanza e Quota 100, ma soprattutto, all’inizio del 2020 è arrivato il covid e ha fatto saltare tutti i conti. L’Unione europea tolse ogni vincolo e il denaro in Europa venne distribuito “a pioggia”. Bisognava salvare l’economia e proteggere la società dal lungo blocco delle attività ed era giusto farlo. E anche l’Italia fece la sua parte. C’era il governo Conte 2 e furono inventati tanti strumenti per spingere l’economia. I più importanti furono i bonus edilizi che suscitarono un entusiasmo generale, in particolare il 110%, un capolavoro di strategia. Per rilanciare l’economia introdussero una mina nei conti dello Stato, ma, come dice Gualtieri ex ministro dell’Economia, “noi lo abbiamo fatto per un solo anno”. Già, chi l’avrebbe mai detto che poi tutti si sarebbero gettati nella corsa per accaparrarsi i preziosi bonus?

Così a fine del 2020, il debito raggiunse i 2.573,5 miliardi (158% del Pil). E a fine 2021 il nuovo record: 2.678 miliardi. Ben 105 miliardi in più in un anno. Nel nuovo clima europeo, con la BCE che comprava titoli pubblici e teneva i tassi a zero, chi badava più agli equilibri finanziari? Bé in Italia con il governo Conte 2 veramente nessuno. Bisogna dire che cresceva anche il Pil sia perché ci fu il grande rimbalzo dell’economia dopo la frenata del lockdown sia perché tutti i soldi distribuiti in ogni direzione qualche effetto dovevano pur produrlo (al netto delle truffe sui bonus edilizi con i più furbi che si affrettarono a vendere i crediti fiscali e far sparire il malloppo all’estero). Finalmente arrivò Draghi, ma nemmeno lui riuscì a fermare la spesa (anche perché la sua maggioranza si basava sempre sugli stessi partiti che l’avevano fatta esplodere) e così, a fine 2022, il debito toccò un nuovo  record: 2.762 miliardi, (+83,6 miliardi sull’anno prima). Bisogna dire che anche il Pil continuava a crescere e, quindi, il famoso rapporto debito/Pil scese al 144,67%. E veniamo all’oggi. L’ultima rilevazione di Banca d’Italia calcola il debito a ottobre 2023 in 2.860 miliardi con un incremento rispetto a fine 2022 di altri 98 miliardi (144,4% contro una media Ue di 91,2%). I calcoli sono presto fatti. Dal 2008 i governi hanno aumentato il debito di ben 1.223,5 miliardi. E non potrà che aumentare visto che vanno scontate le minori entrate per i bonus edilizi calcolate in una ventina di miliardi l’anno. Bastano questi numeri per capire quanta austerità sia stata imposta all’Italia. Se non avessimo avuto la protezione europea saremmo già arrivati al default da un bel pezzo.

E la spesa per gli interessi? Finiti i tempi dei tassi a zero sono tornati gli interessi e una montagna di miliardi di debito costa un bel pò. Siamo tutti contenti quando vengono collocati sul mercato i BTP al 4%, vero? Bene, nel 2024 il conto sarà più o meno di 90 miliardi (tutta la sanità per un anno costa 130 miliardi). Cosa produrranno questi 90 miliardi? A chi li incassa tanta soddisfazione. Agli italiani molta meno visto che devono pagarli loro con le entrate fiscali. A proposito: ci è capitato di leggere quelle rilevazioni, sempre condotte dal Centro studi presieduto da Brambilla, secondo le quali le imposte sui redditi gravano per la quasi totalità sul 40% della popolazione mentre il restante 60% è mantenuto dagli altri? E che in quel 40% c’è un 14% di “ricchi” che godono di un reddito superiore ai 35 mila euro lordi e pagano quasi 60 miliardi l’anno di imposte? Ma veramente possiamo credere che oltre il 54% della popolazione viva con meno di 10 mila euro lordi l’anno? L’evasione è un fenomeno di massa, non di élite.

Dicono tanti che la BCE poteva tenere i tassi a zero. Idea geniale. Peccato che poi chi avrebbe comprato titoli pubblici (italiani e degli altri paesi europei) a 0,1-0,2 di interesse? Già perché c’è questo fastidioso problema di collocare i titoli sui mercati. Basterebbe stampare gli euro, beccarsi un bel 40% di inflazione e saremmo tutti più felici, vero?

Ma veniamo al punto. Cosa ci si fa con il debito? Se si sprecano soldi in spesa corrente questa, come dice il nome, passa e va. Se non siamo capaci a spendere i soldi per investimenti e siamo sempre in ritardo su tutto (trasporto locale, strade, ponti, corsi d’acqua, argini, ricerca, sanità ecc ecc) è normale pensare che tanti soldi siano male utilizzati e che alle generazioni future lasceremo un paese che non funziona e una montagna di debito. Bella eredità.

Claudio Lombardi

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