Da un articolo di Gian Antonio Stella: i disabili veri dimenticati dallo Stato (di Claudio Lombardi)

Un lungo articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera di ieri 9 febbraio affronta un tema “pesante” per la vita concreta delle persone. Per la vita, in particolare, di 2 milioni e 800 mila persone non autosufficienti e delle loro famiglie. È una realtà che esiste e che spesso non vediamo anche perché pensiamo che lo Stato lo sappia e provveda. Invece non è così.

Per inquadrare la questione l’articolo del Corriere cita qualche dato tratto da un’inchiesta del «Sole 24 Ore». Rispetto al Pil, l’Italia spende molto più della media dell’Europa a 15 per le pensioni (16,1% contro 11,7%), come gli altri nel totale del welfare (26,5% contro 26%) ma nettamente meno per la non autosufficienza: 1,6% contro 2,1%. Un quarto di meno. Ma, in realtà, di meno perché in quell’1,6% ci stanno anche i tanti casi di falsi invalidi. Così i tagli si sono abbattuti su tutti indistintamente, furbi e disabili veri.

Anche qui i dati citati dal Corriere sono noti e denunciati dalle associazioni di tutela dei disabili. Dal 2008 al 2013 il Fondo per le politiche sociali passa da 929,3 milioni di euro a 44,6 e quello per la non autosufficienza da 300 a 0. Con questi numeri è ovvio che l’assistenza rimanga in gran parte un problema e un onere della famiglia.

Con i tagli lineari le prestazioni dell’assistenza pubblica si sono ridotte aggravando l’onere sulle famiglie. Secondo l’Istat, si ricorda nell’articolo, in Italia i disabili «sono 2 milioni 600 mila, pari al 4,8% circa della popolazione di 6 anni e più che vive in famiglia. Considerando anche le 190.134 persone residenti nei presidi socio-sanitari si giunge a una stima complessiva di poco meno di 2 milioni 800 mila persone».

Il problema si fa drammatico per gli anziani per i quali si spende ancor meno rispetto alla media dei Paesi europei e così ci si affida ancora una volta al buon cuore delle famiglie e, in particolare, delle donne le indiscusse protagoniste del lavoro di cura.

“Per i disabili più giovani, spiega al sito www.superabile.it Pietro Barbieri, presidente della Fish, la Federazione italiana del sostegno all’handicap, il quadro è lo stesso: «Da noi si spende meno della metà della media europea a 15 per la non autosufficienza. E il dato comprende sia l’indennità civile che l’assistenza domiciliare pagata dai Comuni. Qui non si tratta di prendere provvedimenti più equi, qui si dice alle famiglie “arrangiatevi!”» E a quel punto sapete cosa accadrà? «Che le famiglie cominceranno a chiedere il ricovero per un congiunto non autosufficiente. E a quel punto avremo una maggiore segregazione di persone che non hanno fatto nulla di male e un costo molto più alto per il Paese. Si pensi al costo giornaliero di una degenza».

A questo punto Gian Antonio Stella fa qualche conto. “Questi disabili non anziani, secondo la Fish, sarebbero circa 400 mila. Se le famiglie, abbandonate a se’ stesse, fossero obbligate a scaricare i figli e i fratelli sul groppone dello Stato, questo sarebbe obbligato a costruire strutture per un costo minimo (dall’acquisto del terreno alla costruzione fino all’arredamento) di 130 mila euro a posto letto per un totale di 52 miliardi. Per poi assumere, stando ai protocolli, almeno 280 mila infermieri, psicologi, cuochi, inservienti per almeno altri 7 miliardi l’anno. Più tutto il resto. Un peso enorme, del quale l’Italia di oggi non potrebbe assolutamente farsi carico.”

Se le cose stanno così e se pensiamo che la vita di una persona disabile sia comunque preziosa per la collettività allora dobbiamo investire per migliorare la condizione delle famiglie e dei disabili. Non si investe solo in ponti e strade, ma anche in capitale sociale di cui fa parte la condizione di vita delle persone. Un mix di sostegni finanziari per le famiglie e di strutture pubbliche con prestazioni domiciliari sembra la risposta giusta che non contraddice il grande bisogno di scoprire e punire i falsi invalidi. I recenti provvedimenti del governo che hanno semplificato la certificazione dello stato di invalidità dovrebbero creare le condizioni anche per fare ordine individuando chi non ha titoli per godere di alcun beneficio. Non dimentichiamo che i falsi invalidi sono una conseguenza della scelta politica di chi, decenni fa, volle accontentare fasce disagiate di popolazione distribuendo come mance pensioni e indennità contribuendo così a scassare i conti dello Stato. Non seppero e non vollero, quelli che governavano allora, imboccare la via dello sviluppo e della crescita civile e usarono lo Stato per coprire questa loro scelta. Facciamo in modo che non si ripeta più e che agli invalidi e ai disabili sia dato il massimo sostegno.

Claudio Lombardi

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