Breve racconto ispirato al legittimo impedimento (di Claudio Lombardi)
C’era una volta un paese lontano lontano dove accadevano strani avvenimenti. Le cronache dell’epoca narrano di una vita che scorreva grazie alla proverbiale capacità degli abitanti di affrontare ogni problema con soluzioni nuove e originali benché individuali. Sì, purtroppo a quelle persone non sembrava naturale unirsi per stringere un patto e rispettarne le regole. Quasi tutti pensavano che era meglio se ognuno pensasse per sé.
Non si trattava di un regno, ma di uno Stato vero nel quale le elezioni si susseguivano con cadenza regolare quasi ogni anno. E, anno dopo anno, si era formata una classe dirigente molto ampia che aveva fatto della professione di comandare il suo lavoro. Dietro i vari capi c’erano tanti altri che li aiutavano e così, piano piano, si erano formate tante corti di “nobili” che badavano ai loro interessi e che somigliavano sempre più a caste che si perpetuavano di padre in figlio come nell’antica nobiltà o, come nel sistema feudale, dal signore ai suoi dipendenti. Gli abitanti lasciavano fare con qualche protesta, di tanto in tanto, e qualche brava persona riusciva persino ad arrivare al potere, ma non ce la faceva a mantenerlo. Prima o poi le bande organizzate se lo riprendevano e gli abitanti, contenti, si rituffavano nella loro laboriosa instabilità.
Accadde un giorno che un Signore più ricco e furbo degli altri decise di diventare ancora più ricco andando alla conquista del potere perché se sei tanto ricco non puoi accettare che qualcuno abbia il potere di fermarti. Il Signore era stufo di contrattare con i vari capi pagandoli perché facessero i suoi interessi. Si era convinto che il potere doveva prenderselo lui e usarlo per diventare ancora più ricco e per difendersi da tutti quelli che potevano minacciarlo.
Il Signore non badava a spese ben sapendo che i suoi guadagni, garantiti dal potere, sarebbero cresciuti e che nessuno avrebbe osato ostacolarlo: ormai controllava tutto e gli abitanti, felici, sentivano che era iniziata una storia nuova nella quale chiunque poteva fare la sua fortuna. I pochi ostacoli che si frapponevano venivano abbattuti senza andare tanto per il sottile. Sembrava che in nome dell’interesse individuale tutto si potesse fare e tutto si potesse comprare. Iniziò un periodo di allegri commerci in cui chiunque avesse qualcosa da vendere cercava un compratore. C’erano persone che vendevano loro stesse e c’erano altri che, avendo una funzione pubblica da svolgere, cercavano di vendere pure quella.
Il Signore, nel frattempo, con le idee chiare che lo caratterizzavano, si era dato un gran daffare sistemando alcune piccole questioni che provenivano dal suo passato. Qualche acquisto di persone che gli servivano per risolvere i soliti problemi di leggi che pretendevano rispetto, qualche simpatica scorribanda in affari esteri e la collaborazione con chi aveva veramente bisogno di aiuto per legalizzare il denaro che possedeva (che provenisse da attività criminose non aveva importanza, mica quelle si doveva legalizzare, solo il denaro).
Al Signore piaceva divertirsi e il gioco del potere era il suo preferito. E poi aveva sempre idee nuove; era proprio un tipo vulcanico e le eruttava non potendo certo contenerle; esattamente come la lava che scorre dappertutto e non vuole ostacoli. Così inventò nuovi giochi e non da solo, ma trovò degli allegri compagni con cui dividere il piacere delle sue scoperte. Scoprì, per esempio, che grazie al suo potere di capo assoluto del suo Paese poteva fare affari con altri capi di altri paesi. Non direttamente, però, bensì facendoli fare ad altri che non potevano disubbidire al suo potere. Era emozionante uscire fuori dall’ufficialità del suo ruolo (si era, in effetti, un po’ stancato della formalità) e scorazzare dal ghiaccio alla sabbia del deserto inventando sempre nuovi stratagemmi per accrescere la sua ricchezza. Un giochino che gli piaceva molto era fare degli scherzi al suo Stato beffandolo con operazioni all’estero nelle quali facevano finta, i suoi dipendenti, di acquistare qualcosa a un prezzo molto più alto di quello pagato per poi intascare la differenza (per il Signore, sia chiaro) e apparire tanto più poveri all’interno.
Di questi scherzi e di altri ne aveva fatti tanti che i giudici del suo Paese si erano permessi di chiedere che spiegasse in tribunale come aveva fatto. Lui, comprensibilmente, si offese e pretese e ottenne dal suo Parlamento che si facesse una legge per impedire qualunque richiesta di questo tipo per tutto il tempo da lui ritenuto necessario. In effetti aveva ragione: i giudici (non tutti, ma qualcuno sì) si ostinavano a pretendere l’applicazione delle leggi e questo dopo che il Signore aveva conquistato il potere. Ma che, non l’avevano saputo che il potere adesso era Suo?
Ovviamente i suoi dipendenti avevano trovato le formule giuste per non far apparire inelegante la legge, chè sarebbe stato da rozzi scrivere semplicemente ciò che il Signore diceva nei momenti d’ira.
La legge proclamò il “legittimo impedimento” con il quale si stabilì che il semplice fatto di avere il potere bastava a fermare qualunque processo. Che poi sarebbe stato pure inutile, se vogliamo dirla tutta (pensavano le anime semplici), perché il Signore sapeva usare il suo potere per accrescerlo e per risolvere tutti i problemi che nascevano dal suo utilizzo. Per dire: i giochini con i soldi all’estero, l’acquisto di persone (veniva chiamata corruzione dai soliti formalisti), e il resto si risolvevano prima con tutti i mezzi di cui il Signore disponeva (e che continuava ad usare allegramente tanto nessuno poteva fermarlo e nessuno poteva saperlo, perchè ciò che si conosceva era sempre molto meno della verità). Se poi qualcosa si scopriva lo stesso allora perdeva le staffe, si lagnava, alzava la voce e riusciva anche ad intenerire gli abitanti che, pur di vederlo di nuovo sorridente, credevano a tutte le storielle che sapeva raccontare. E se alla fine tutto questo non bastava ecco che una bella legge riusciva a sistemare le cose cambiando le carte in tavola. D’altra parte il potere a che serviva se non lo si usava? Quindi il “legittimo impedimento” era indispensabile: serviva per dare il tempo di sistemare le cose. Lo sapevano bene il Signore i suoi più fedeli collaboratori. Anche il tempo era dalla Sua parte e lo usarono bene.
Ecco questa è, in breve, la storia narrata dalle cronache dell’epoca che è arrivata fino a noi in maniera fortunosa perché l’ultima legge fatta approvare dal Signore stabiliva che nessuna informazione in grado di accusare il potere doveva essere diffusa; che per serenità degli abitanti le critiche potevano essere espresse solo in una Camera apposita i cui lavori dovevano rimanere segreti; che nessun giudice potesse accusare il potere al quale, per legge, spettava decidere quali accuse muovere e a chi; che il Signore potesse nominare i suoi successori nonché, insieme ai suoi collaboratori e a un gruppo selezionato di critici oppositori ufficiali e autorizzati (iscritti in apposito albo), tutti gli altri rappresentanti da sottoporre al voto popolare. Che, una volta espresso, non poteva essere rimesso in discussione né riespresso se non per decisione del Signore e dei suoi collaboratori.
Gli abitanti, intanto, erano sempre più impegnati nella loro laboriosa instabilità e avevano troppo da fare per riuscire a vivere in un Paese dove nulla era garantito e tutto doveva essere conquistato con favori personali. Ma quella era la loro vita e non ne immaginavano altre.
Claudio Lombardi
Si, anche io ho sentito dire di questa storia: non si è mai capito però se fosse vera, immaginaria o una semplice favola, tanto impossibile appare il tuo racconto. E poi il blocco delle informazioni che hai accennato, potrebbe avere alterato tutta la questione e ingarbugliato la vicenda. Ma ti domando: si è saputo poi che fine ha fatto quel tizio? Tu ne sai qualcosa? Lo puoi raccontare o ti censurano? Cosa si dice in giro? In quell’epoca, queste storie, come finivano? Ho saputo, anche se ci credo poco, che nel 2012 ci sono stati grandi cambiamenti politici, epocali, ma anche qui i controlli hanno lavorato per bene. Quindi, vallo a capire come è andata veramente. Solo frammenti di notizie. Dicono che fu proprio dopo quella sentenza… Anzi ti racconto anche io una storia incredibile…. C’era una volta un organismo che si chiamava, pensa un po’, Corte Costituzz z zz io nale.. che dovev a il Presid,c,,mc delmcx Conscksdk,,.BZzz. BZZz.à,,… Berl.. Pronto… PROnto??cl Non riesoco ppi ù < s scrvere.. Mi s s tsanno dicon n ne tte ndo… Pro nmnto… ssss…s..ssssss…… . BBbZZZzzzzz… Z.