Draghi: apriamo gli occhi sulla realtà
“Siamo arrivati al punto in cui, se non agiamo, dovremo compromettere il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà. Mai in passato la scala dei nostri Paesi è apparsa così piccola e inadeguata rispetto alle dimensioni delle sfide. Dovremmo abbandonare l’illusione che solo la procrastinazione possa preservare il consenso”. Così Mario Draghi nella prefazione del suo Rapporto per la competitività che, in realtà dovrebbe chiamarsi Rapporto sulla sopravvivenza dell’Unione europea. L’analisi è spietata e non lascia spazi alla retorica dell’europeismo di maniera, ma è ricca di quadri strategici e di proposte concrete.
L’Europa chiede l’aiuto di Draghi mentre incalzano due guerre – da est e da sud – entrambe dirette a sconvolgere il sistema europeo in crisi per la staticità del suo assetto produttivo, per l’avventatezza delle scelte contenute nel green deal, per la mancanza di una soggettività politica internazionale, per l’estrema debolezza delle capacità di difesa. Troppo tardi. I segnali delle molteplici crisi c’erano da tempo e il possibile allentamento dello scudo difensivo degli Usa potrebbe rendere molto pesante l’immediato futuro. La resa dei conti con la realtà di un mondo che si è fatto ostile e agguerrito è inevitabile. In questo scenario appaiono di incredibile ottusità le lamentazioni sul debito comune o la rivendicazione di una sovranità nazionale che non esiste più se non come paravento per nuove alleanze continentali (Russia al posto degli Usa).
12 settembre 2024
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