La posta in gioco non è l’Ucraina, è l’Europa

Non bisogna essere ingenui. Gli Usa guidati da Trump si stanno comportando come se l’Unione europea fosse un’entità ostile. Mollano l’Ucraina seguendo l’impostazione strategica già implicita nei comportamenti di Biden e della UE nei due anni passati (tante parole, ma sistematici ritardi nella consegna delle armi più efficaci) e guardano alla Russia come se potesse essere un loro alleato. Chiedono più spese militari agli stati europei, ma non si capisce se l’impegno degli Stati Uniti continuerà a mettere al centro la Nato oppure se la considerano superata. Oscura resta la strategia del vertice americano.

Sappiamo che la competizione con la Cina sarà sempre più al centro e impegnerà sempre maggiori risorse, ma per cosa (egemonia americana nell’indopacifico?), fino a che punto (una guerra Cina – Usa?) e con chi. Gli Usa guidati da Trump stanno allontanando i loro alleati. Rinunciano all’Europa cioè a 450 milioni di abitanti favorendone la disgregazione e l’automatica crescita del peso geopolitico della Russia. Il regalo della mezza vittoria a Putin è l’anello di fidanzamento. In Europa Putin ha stati pronti ad allearsi con lui, altri potenziali e poi politici e tanti altri amici schierati con la Russia. La strategia è pronta: l’Eurasia con la Russia al centro. E l’Europa che dice? Nulla di serio e di sostanziale. Proclami ideali e ha la velleità di crederci mentre alleva una classe dirigente di burocrati che pascolano tra gli egoismi nazionali. Retorica e impotenza sono la sua cifra però, forse, Trump la sta svegliando

14 febbraio 2025

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *