I bonus e il costo degli errori politici
Sarebbe bello poter pagare di più medici e infermieri per indurli a non lasciare la sanità pubblica, potenziare la medicina territoriale per diminuire la pressione sui pronto soccorso, ridurre i tempi di attesa delle prestazioni assumendo più personale. Anche solo 5 miliardi in più farebbero la differenza, ma nelle complesse alchimie dei conti pubblici è difficilissimo trovarli. Eppure c’è chi è riuscito a spenderne molti di più vendendo un’illusione. Così in soli tre anni sono finiti a carico del bilancio dello Stato 220 miliardi di crediti fiscali per bonus edilizi da scontare nei prossimi dieci anni di cui 38 miliardi nel 2025. Un disastro.
Un libro appena uscito riaccende l’attenzione sui bonus (Luciano Capone e Carlo Stagnaro, Superbonus. Come fallisce una nazione). Dagli autori viene definito “la più grande politica industriale, nonché la più grande espansione fiscale degli ultimi decenni”. Quella che sarebbe poi divenuta “una voragine nei conti pubblici”, veniva presentata dai politici come “un sistema che si ripaga da sé”. Una magia? No, un’illusione messa a base del clamoroso errore politico del governo Conte 2. Superbonus 110%, bonus facciate (senza controlli preventivi, i truffatori ringraziano) e altri bonus a beneficio di pochi. Se mancheranno soldi alla sanità lo dobbiamo alle scelte dei politici che hanno voluto e difeso i bonus non ad altro.
18 novembre 2024
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