I capi e il popolo

Dunque lo pseudo movimento dei “Forconi” nel più perfetto stile insurrezionale della destra estrema si prepara a bloccare l’Italia. Da Forza Nuova a Casa Pound e persino agli ultras degli stadi, i gruppi fascisti, neonazisti o soltanto teppisti si preparano a scendere in piazza con i “forconi”.

“Demolire il sistema, tutti a casa” le parole d’ordine. Un  linguaggio che invoca una resa dei conti finale, ma che mette in secondo piano il che fare dopo. Le parole della rabbia non lo dicono perché ciò che conta è sfasciare. Ma dopo? Si vive sfasciando forse?

Per il dopo l’unica risposta è “dare il potere al popolo”. Troppo poco. L’esperienza dimostra che la finzione del popolo che decide nasconde sempre un imbroglio, nasconde cioè qualcuno che si autonomina CAPO e che si incarica di interpretare direttamente i bisogni del popolo senza bisogno dei politici e della politica. Con queste idee si governa una piccola tribù non un paese di 60 milioni di persone.

La storia ci dice che i capi hanno finito sempre per prendersi poteri assoluti e li hanno usati per distruggere i popoli non per farli vivere meglio. E allora perché i capi che avanzano oggi dovrebbero fare meglio? Sono forse dei santi? Uno degli aspiranti capi è Berlusconi e non c’è altro da dire: basta la parola. Un altro è Grillo e di lui, invece, bisogna parlare.

Il suo cavallo di battaglia è la democrazia diretta digitale. Trasforma uno strumento – tra tutti il meno sicuro, il più falsificabile e inaffidabile – in un potere istituzionale. L’idea di una partecipazione attraverso internet non è assurda, anzi, è il futuro. Ma da sola non basta e poi è l’esempio costituito dal M5S che non va (a parte il fatto che lì dentro nessuno ruba e non è poco). Il M5S vive una colossale contraddizione perché non esiste alcun modo per mettere in discussione i due capi del movimento, Grillo e Casaleggio e le loro decisioni. Eppure il movimento è vivo, diffuso e partecipato, ma nessuno ha il potere per contestare le scelte dei capi. È questo l’esempio da seguire? Una democrazia diretta senza trasparenza nelle mani di pochi? No e allora le urla da comizio e la rabbia a cui si vuole dare voce non bastano perché poi quando si vanno a compiere le scelte politiche i capi devono ispirare, non comandare. Cambiare il sistema politico è una cosa complessa. Governare pure. Quindi buon esempio, proposte concrete e libertà di scelta perché a scatola chiusa non si compra nemmeno il Movimento 5 stelle

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