Il sindaco Marino nel labirinto di Roma

Discorsi antichi. Non vecchi. Per settimane, un uomo, per conto della città di Roma, il sindaco Marino, riceve sulle sue spalle il peso di un marcio cresciuto prima che lui arrivasse, tutta roba di altri, non sua. Di suo c’è solo che si è mosso per tempo, denunciando il malaffare e mettendo le forze di polizia nelle migliori condizioni per capire.

La Giunta trema, trema il Consiglio. Lo lasciano quasi tutti i grandi elettori, per non parlar di quelli che c’erano prima, i colpevoli del marcio. Questi scendono in strada, vanno sotto le finestre di quell’uomo e ne invocano la testa. Loro, ripeto, i colpevoli.

mani su RomaQuell’uomo va avanti. Intanto la platea che attende l’esecuzione si ingrossa. I puristi del M5S sarebbero anche disposti a capire che a lui dovrebbero appoggio e comprensione, ma purtroppo ha la tessera del Pd in tasca, e non si può tollerare che sia sindaco di Roma uno con la tessera della sinistra in tasca. Pulito e convincente. Men che meno in aria di campagna elettorale.

E sentono l’odore della preda, le sono sul collo. Così, scendono in piazza per accomodarsi in platea con i fascisti di Casa Pound e i colpevoli del marcio. Tutti i tg da settimane trasmettono volti di Marino, quasi sempre solo, e gente ululante sotto le finestre del sindaco. Mentre deve prendere atto di un gesto di formidabile “cavalleria”: il segretario nazionale del Pd nonché Presidente del Consiglio gli ha fatto sapere coram populi, che sarebbe meglio non contasse sul suo aiuto.

Tutto sulle sue spalle: il cecchino che tira sulla sua giunta e lo priva di appoggio e di forza, i fascisti in strada, il M5S che si muove da iena, il passato, l’abbandono, i colpevoli, un bilancio con pochi margini, l’inchiesta, tutto. Ma resiste. È pulito e resiste, è una questione di dignità.

sostegno a MarinoMa accade ciò che in un quadro come questo non si può definire che una notizia vera: la piazza del Campidoglio si riempie di gente festante e tesa: elettori, simpatizzanti, militanti della sinistra, dicono che quel capestro è uno schifo, che è una parte di un gioco anche peggiore.

Difendono quell’uomo, gli fan sentire che non è solo, che la città sa di quel peso immenso sulle spalle. Che lo stima. Nessuno ha organizzato la manifestazione in controtendenza. Un banale passaggio di parole on line, nient’altro. E nessun tg, ieri sera, ha trasmesso immagini di questa notizia. Il tg3, nell’edizione locale, ha solo accennato al fatto, in coda. Nessuna immagine, nessun commento. Per quanto li riguarda, quell’uomo è morto. Deve essere così.

Toni Jop

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