La guerra dei pronto soccorso
C’è una guerra dimenticata che non sembra preoccupare né il governo né gli italiani: quella dei pronto soccorso. La mancanza di personale nella sanità pubblica sta producendo conseguenze drammatiche. Se ne vanno i medici di famiglia, non partono le strutture alternative territoriali che avrebbero dovuto integrarne il lavoro prevenendo la corsa al pronto soccorso per i casi di minore gravità e tutta la richiesta di sanità si riversa sulla prima linea. I numeri parlano di molte migliaia di medici e infermieri mancanti nella sanità pubblica. Che i pronto soccorso siano spesso un girone infernale nel quale persone sofferenti stazionano per ore e per giorni in condizioni degne dei profughi di guerra è esperienza comune tra gli italiani, ma non sembra suscitare alcuna reazione.
Le regioni tacciono, il governo sulla spinta dei partiti della spesa pubblica distribuisce bonus. Ricchi per pochi fortunati se si tratta di superbonus 110% (30 miliardi di spesa tra 2021 e 2022, un’enormità), poco più di mancette come nel caso dell’inutile regalino di 200 euro che arriverà a luglio, scandalosi nel caso dei contributi per l’acquisto di auto e moto. Insomma spendere e spandere, ma non per le vere emergenze. Vuol dire che i cittadini continueranno a farsi prendere in giro dalla demagogia di politici incapaci di risolvere i veri problemi. Peggio per loro? No, peggio per tutti
14 maggio 2022
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