La magistratura che si infanga da sola
L’ultimo scandalo che investe la magistratura (verbali segreti che un PM milanese passa a Davigo e la sua segretaria passa ai giornali) conferma che la magistratura italiana è diventata un corpo separato dello Stato incontrollato e incontrollabile. Un corpo che esercita un potere enorme capace di condizionare le istituzioni, gli apparati pubblici, la politica e l’economia attraverso l’avvio di indagini sbandierate come sentenze di fronte ad un’opinione pubblica eccitata con toni scandalistici e imbeccata da una schiera di giornalisti confidenti dei magistrati.
Il potere dei magistrati è il più grande e il più delicato. Dovrebbe essere contenuto per impedire che sia usato per fini personali propri e dei propri favoriti. Invece non è così e da decenni gli italiani sono stati addestrati a riconoscere nei pubblici ministeri (perché dell’esito dei processi poco si parla e poco interessa) i loro interpreti più puri in lotta contro il male. Male che, invece, sta proprio nel loro essere al di sopra di qualunque responsabilità. È arrivato il tempo di sciogliere e trasformare il CSM diminuendo i suoi poteri, di separare giudici e PM, di legare le carriere di questi ai risultati raggiunti e sanzionarne i frequentissimi errori
1 maggio 2021
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