La maledizione della crisi di governo

Il “cavallo di razza” Draghi se ne va sbattendo la porta. Ha ragione. Ogni paese mette ai comandi una classe dirigente. Noi avevamo l’italiano più autorevole e rispettato al mondo e lo abbiamo costretto ad andarsene. Anzi, lo ha costretto ciò che resta del M5s le cui radici culturali affondano nella follia della democrazia diretta attraverso internet che avrebbe sostituito le istituzioni rappresentative e persino il governo. Qualunque decisione sarebbe stata presa con un paio di click sulla tastiera del computer. Una scemenza adolescenziale? Sì, ma era l’ideologia del M5s quando fu votato in massa dagli italiani desiderosi di urlare una loro protesta. Da allora il M5s di guai ne ha combinati tanti. L’ultimo è stato non votare la fiducia.

È svanita così l’illusione di un governo serio, affidabile, autorevole. Hanno provato in tanti a trasformare Mario Draghi in un pupazzo da esibire a Bruxelles per farsi dare i soldi. Sono stati buoni per un po’, ma poi la guerra in Ucraina ha fatto uscire allo scoperto i demagoghi irresponsabili (a libro paga di Putin?). L’approssimarsi delle elezioni ha fatto il resto ed è partita la caccia dei voti con promesse, proteste e minacce. È ora che gli italiani aprano gli occhi, votino e paghino il conto degli errori dei loro rappresentanti

15 luglio 2022

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