La pace passa da Israele
La pace in Medio oriente, per i palestinesi e anche per gli europei minacciati dal terrorismo passa da Israele. La morte di Yahya Sinwar può essere per Gaza un punto di svolta tra un prima e un dopo. Il prima, segnato dall’occupazione di Gaza da parte di Hamas che ha fatto dei suoi abitanti scudi umani destinati al martirio. Il dopo, possibile, ma non certo perchè sottoposto a tre condizioni.
La prima è indebolire seriamente la forza militare degli ayatollah vero motore della guerra e del terrorismo. La seconda è rilanciare la strategia dei Patti di Abramo e dello sviluppo arabo/mediorientale/nordafricano intorno al Corridoio India-Arabia-Israele-Europa. La terza è sistemare la questione palestinese della quale gli arabi prima e gli islamisti poi si sono serviti per mantenere aperta la porta della guerra. Sconfitti i primi (è il passato) e fatta la pace restano i secondi da abbattere (è l’oggi). Solo così si può aprire la porta della pace. Ci vorranno molti decenni per conquistare il consenso ad un nuovo assetto e la stabilità. Lo stato palestinese oggi è impossibile, ma lo si può preparare partendo da forme di autonomia amministrativa e di collaborazione con un Israele non più solo stato degli ebrei, ma intermediario tra occidente e mondo arabo e perno dello sviluppo economico dell’area. Fantascienza? No, strategia da costruire
18 ottobre 2024
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