La Russia minaccia la guerra atomica

A nessun leader della guerra fredda, sovietico o americano, sarebbe mai venuto in mente di modificare la strategia nucleare così come annunciato da quel criminale di Putin.

La deterrenza, durante la guerra fredda della seconda metà del secolo scorso, rispondeva ad un principio molto chiaro e semplice: se tu mi attacchi con armi nucleari, io ti distruggo. E se pensi, lanciando migliaia di missili, di distruggere i miei siti di lancio o le mie città nevralgiche, allora sappi che io ho 10.000 missili. Se anche me ne distruggi 9.000, con quelli che rimarranno sarò in grado di ridurti in cenere.

Deterrenza, appunto: non lo fare. Equilibrio del terrore: abbiamo così tanti missili, in un numero così ridondante da poter distruggere il mondo decine di volte, proprio perché non ti venga in mente di vincere eliminando i miei sistemi d’arma. Me ne resterà sempre un  numero sufficiente in grado poi di eliminarti.

Tant’è che noi bambini e ragazzi della guerra fredda non avevamo tanto paura di una guerra nucleare dichiarata e voluta. Avevamo paura (ricordate il film Wargames?) dell’errore, di quell’imprevisto che fa partire i missili e scatena la reazione dell’altro. Errore o qualche pazzo o criminale (Stranamore, 007 Operazione Tuono).

La nuova dottrina nucleare russa è stata per ora preannunciata da Putin, e verrà presto (dicono) formulata chiaramente per decreto. Sappiamo però (https://tass.com/politics/1847785 ) che prevederebbe l’uso dell’atomica in caso di “aggressione alla Russia da parte di una potenza non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di una potenza nucleare“. Chiaro riferimento all’Ucraina da una parte (potenza non nucleare) e, dall’altra, a USA, Francia e Gran Bretagna (potenze nucleari che danno sostegno alla prima). Tralasciando l’ovvia osservazione che in realtà qui abbiamo a che fare con una potenza nucleare (la Russia) che aggredisce una non nucleare (Ucraina) e non il contrario, immagino che non sfuggirà il punto strutturale e non contingente, e cioè che la Russia dichiara di voler usare armi atomiche non solo come risposta ad un attacco nucleare (come era durante la guerra fredda, e com’era sino a ieri) ma si riserva di farlo contro una potenza non nucleare che, quindi, non solo non avrebbe lanciato atomiche contro la Russia, ma non sarebbe proprio in grado di farlo. È un cambio di prospettiva nient’affatto di poco conto.

E ciò non solo per quanto riguarda la Russia, ma il mondo di domani. Viene, insomma, introdotto il principio per cui una potenza nucleare può aggredire impunemente il proprio vicino. Se costui reagisce e, addirittura, contrattacca, allora la potenza nucleare, che ha scatenato la guerra convenzionale, si sentirebbe in diritto di ricorrere all’atomica. Immaginiamo nei prossimi decenni: ogni media potenza in grado di farlo, potrebbe dotarsi di armamento nucleare, garantendosi così non un deterrente difensivo, com’è oggi, ma un’impunità offensiva: io attacco chi mi pare; se mi va male, nuclearizzo. L’atomica non come extrema ratio difensiva, ma come strategia offensiva volta a impedire reazioni da parte dell’aggredito.

La guerra fredda è finita, fu, ed è, un bene. Ma se si continua così finiremo per rimpiangerla.

Jack Daniel (tratto da facebook)

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