La scorciatoia del pensiero magico e la via della scienza

Secondo il recente rapporto del Censis il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni) ritiene che il Covid non esista, per il 10,9% il vaccino è inutile, il 5,8% è convinto che la Terra sia piatta, per il 10% l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna, per il 19,9% il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone e il 40% ritiene che ci sia in atto una sostituzione etnica diretta da una élite globale occulta per ridurre il costo del lavoro.

Fondamentalmente è una dichiarazione di sfiducia e sospetto nei confronti della scienza e una rivalutazione del pensiero magico che ci propone delle scorciatoie che alleviano l’angoscia di non saper spiegare tutto.

Quel pensiero magico che per esempio ritiene che dello zucchero trattato in modi misteriosi possa combattere qualunque malattia, che dei cristalli colorati possano modificare la nostra salute, che delle corna di mucca riempite di letame siano il futuro dell’agricoltura o che delle stelle lontane migliaia di anni luce e nemmeno vicine tra loro possano influire sulla nostra esistenza.

Una volta la gente credeva nella magia, nei miracoli, nelle cose inspiegabili, si facevano associazioni particolari per spiegare il mondo che ci appariva ostile e sconosciuto e per provare ad immaginare di poter in qualche modo dominare gli eventi (se il gatto si lava l’orecchio pioverà, se  sogno il nonno usciranno certi numeri al lotto, ecc).

Il pensiero magico da sempre viene utilizzato per darci conforto, per “spiegare” il comportamento apparentemente senza senso della natura, per darci la sensazione di poter in qualche modo controllare quello che ci circonda e  le nostre vite.

La scienza viene avversata proprio perché distrugge il pensiero magico, riduce la nostra supponenza di dominatori del creato, ci fa vedere un universo immenso composto da miliardi di galassie in cui noi siamo meno di un granello di polvere, ci denuda dalla nostra arroganza e ci mostra quello che realmente siamo: degli esseri viventi delicati, soggetti a innumerevoli malattie e malanni, che non conoscono quasi nulla di ciò che li circonda e che ogni giorno devono combattere per sopravvivere.

Il pensiero scientifico ossia il metodo nel quale si concretizza, dopo averci tolto le nostre sicurezze ed aver eliminato ogni sorta di conforto psicologico dato dal pensiero magico, ci prospetta, come unica soluzione per capire il mondo, lo studio delle scienze cioè della fisica, della medicina etc. che, a loro volta, non possono darci certezze assolute e sono pure complicate e non alla portata di tutti.

Ciò detto bisogna anche ricordare che tutto ciò che di positivo è stato realizzato negli ultimi duecento anni e che ha reso la nostra vita più vivibile ci è stato dato dalla scienza. Nessun prodigio, nessun miracolo, ma solo un duro lavoro di ricerca e di sperimentazione hanno permesso di vivere in un mondo che non ha confronti con quello del passato. D’altra parte la crescita numerica della popolazione è la conferma più eclatante di questa verità. All’inizio del ‘900, ossia 120 anni fa, gli abitanti della terra erano poco più di un quarto di quelli attuali. Qualunque essere vivente si moltiplica se ha condizioni di vita favorevoli. Che ci sono state nonostante guerre, fame, carestie e malattie. Progresso economico, dei commerci e delle scienze lo hanno reso possibile.

Tuttavia, per alcuni è frustrante non avere alcuna verità assoluta alla quale affidarsi e non riuscire nemmeno a comprendere bene perché. Da questa frustrazione nascono le denunce di dittatura sanitaria, il rifiuto dei vaccini e dell’esistenza dei virus e tutta la letteratura complottistica dei poteri forti che vogliono dominare il mondo. In pratica, ciò che non si capisce lo si considera frutto di un complotto di qualcuno che detiene un potere occulto.

Anche quelli che, invece, credono nella scienza e si affidano alle sue raccomandazioni non sono del tutto immuni al pensiero magico. Infatti tendono a traslare il pensiero magico dalla superstizione alla scienza e pretendono risposte immediate e incontrovertibili. Insomma la scienza non è un juke box dove metti dentro i soldi e ottieni la musica che hai richiesto.

Pochissimi sanno come fa un telefonino a fare una foto, a farci vedere un amico dall’altra parte del mondo, a trovare la strada per tornare a casa, sappiamo solo che si tratta di scienza, di tecnologia, che non è magia, ma il nostro atteggiamento nei confronti di queste cose a volte rimane ancora quello dell’uomo medioevale e così ci aspettiamo che le cose funzionino ” magicamente”.

La scienza non è così, non c’è niente di automatico, di inevitabile, di ovvio. La scienza procede per tentativi ed errori, fa sì tesoro delle conoscenze del passato, ma ogni cosa nuova è nuova anche per la scienza, va studiata, con prove ed esperimenti.

La prima cosa che la scienza dice di fronte a una cosa nuova è: “non lo so”. Anche gli esperti non lo sanno, imparano man mano, con il tempo e con gli errori e con tutti gli strumenti che conoscono. Può anche essere che la conclusione sia “questo non si può fare”. Per la gente comune un fallimento; per uno scienziato è solo la presa d’atto di una situazione inedita e di una strada che, al momento, non si può percorrere. Il pensiero magico con il suo semplicismo misterico pretende di spiegare tutto. La scienza no. Prova e riprova, verificando e cercando conferme sperimentali

Pietro Zonca

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