La verità sul vaccino AstraZeneca
Pubblichiamo la prima parte di un articolo di Fabio Colasanti tratto dal sito https://www.soloriformisti.it
È chiaro che alla fine del primo trimestre del 2021 tutto il mondo è ancora in una situazione di scarsità di dosi di vaccini anti-Covid. Questo è normale. Un anno fa non sapevamo nemmeno se a questa data avremmo avuto dei vaccini.
Le cifre della produzione mondiale di vaccini incitavano poi a una grande prudenza. Nel 2019, la produzione mondiale di tutti i vaccini si aggirava attorno ai cinque miliardi di dosi all’anno (compresi i vaccini contro l’influenza). Oggi chiediamo alle poche ditte che producono vaccini di continuare a produrre quei cinque miliardi di dosi – dei quali abbiamo sempre bisogno – e di aggiungerci le produzione di almeno altri dieci miliardi di dosi all’anno di vaccini anti-Covid.
L’Unione europea comunque non ha solo un problema generale di approvvigionamento di vaccini, ma ha anche e soprattutto un grosso problema con la AstraZeneca (AZ). Quello che sta succedendo con le altre ditte rientra nei normali rapporti di fornitura di un prodotto assolutamente nuovo. E il problema con l’AstraZeneca non è sulla qualità del suo vaccino, ma sui ritardi nella produzione del vaccino e nelle consegne.
Penso che la posizione della AZ sia completamente sbagliata quando insiste nel far ricadere sulle consegne all’Unione europea le difficoltà di produzione riscontrate nelle fabbriche situate nel territorio di questa. Purtroppo, questo punto è stato indirettamente inserito nel contratto proprio dalla UE che ha chiesto che i vaccini per l’UE fossero prodotti nell’UE stessa (più UK). Con questo la UE si è, per esempio, tagliata fuori dalla produzione del più grosso fabbricante di vaccino AstraZeneca che è in India. Il Regno Unito non ha chiesto che le consegne nel RU venissero dalla produzione locale.
Nella situazione della lotta al Covid-19, risparmiare sul prezzo pagato e introdurre una norma “buy EU” sono preoccupazioni che avrebbero dovuto restare in secondo piano rispetto all’obiettivo principale che doveva essere solo : “avere tante fiale subito” a qualsiasi condizione e a qualsiasi prezzo. Clemens Fuest e Daniel Gros, hanno pubblicato un paper sul sito del CEPS dove stimano in 2000 euro il valore economico per l’Unione europea di ogni singola dose di vaccino disponibile entro il 2021.
Non capisco però come la AZ possa essersi sbagliata sulle sue capacità di produzione in una maniera così clamorosa. Stimare in maniera precisa la capacità di produzione di un prodotto nuovo è difficile, ma poter consegnare solo un terzo di quanto previsto è una cosa veramente grossa. Sembra, da quanto affermato da responsabili della Commissione europea, che il problema sia dovuto al fatto che oggi sarebbero attivi nella UE un numero di siti di produzione molto inferiore a quello inizialmente previsto.
AZ ha fatto anche errori durante i trials in Europa. In un webinar di un mese fa che ho seguito, Andrea Crisanti ha affermato che in tempi normali l’EMA avrebbe dovuto chiedere alla AZ di rifare alcuni trials. Gli errori che questa aveva fatto in questi test erano significativi. La FDA ha chiesto alla AZ di rifare un trial e adesso un istituto di ricerca americano ha messo in dubbio alcuni dati del nuovo trial. Ma si tratterebbe di differenze che incidono sulla stima sul grado di efficacia del vaccino che sarebbe più alta di quella stimata fin ora, ma non così più alta come affermato dalla AZ.
Il blocco delle esportazioni di vaccini imposto da Donald Trump sta bloccando la distribuzione dei vaccini AZ prodotti negli USA. Non possono essere utilizzati nel paese (la FDA non ha ancora autorizzato il vaccino), nè possono essere esportati. Sembra che ci siano svariati milioni di dosi bloccate. La CNN ha recentemente affermato che gli USA non hanno un grande bisogno del vaccino AZ. Tanti sperano che nel suo intervento al Consiglio europeo del 25 marzo, il presidente Biden possa annunciare un alleggerimento dell’Executive Order di Donald Trump che permetta l’esportazione verso l’Europa di quantità significative di dosi di vaccino AZ già prodotte negli Stati Uniti.
L’Unione europea nelle settimane scorse ha fatto pressioni sull’amministrazione Biden perché abolisse il blocco imposto da Donald Trump. Ma le sue richieste, che erano indebolite dal continuo parlare di blocchi delle esportazioni dalla UE di vaccini AstraZeneca, non hanno prodotto risultati fino ad ora.
Non riesco a liberarmi del sospetto che una ditta che sul vaccino avesse guadagnato qualcosa (la AZ è obbligata a vendere a prezzo di costo dall’accordo con l’università di Oxford) avrebbe fatto sforzi maggiori per evitare errori e per aumentare la propria capacità di produzione. Per la AZ fare oggi cose non previste dai contratti significa utili più bassi di quelli che avrebbe realizzato se non avesse mai cominciato a produrre il vaccino.
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