Stop pandemia per poi ristrutturare l’Italia
Sembra strano che sui vaccini si svolga uno scontro politico e culturale così esacerbato. Che riguardi piccole minoranze lo dicono i numeri. Oltre il 70% degli italiani si sono fatti vaccinare e presto si arriverà all’80% eppure grandi forze politiche e il mondo dell’informazione le inseguono e ne amplificano il messaggio. La lezione del 2020 con i morti, gli ospedali al collasso, l’economia ferma e la gente chiusa in casa non è stata abbastanza dura? Per alcuni no. Con le terapie intensive che si vanno riempiendo di non vaccinati c’è chi si interroga sugli effetti a lungo termine dei vaccini come se l’eventualità remota e soltanto ipotizzata di ciò che potrà accadere fra trent’anni giustifichi il rischio immediato. D’accordo, i vaccini non sono l’unico rimedio, ma sono pur sempre preziosi.
Draghi mantiene l’equilibrio del governo grazie al suo pragmatismo, ma non tutti i partiti collaborano come dovrebbero. Sempre più la politica si riduce a campagna elettorale fatta di slogan e polemiche. Al primo posto ci dovrebbe essere la gestione del covid per non chiudere più nulla. Questa è la precondizione perché poi c’è la ristrutturazione dell’Italia da affrontare e questa è la vera montagna da scalare
3 settembre 2021
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