Russia Ucraina: una guerra semplice da capire

Un anno di guerra ed infinite discussioni sulle ragioni e sui torti,  ma con una demarcazione netta tra chi è intransigente nei confronti dell’invasione russa e chi mostra infinite sfumature di comprensione e di mitigazione delle responsabilità di Putin. Il vasto mondo del pacifismo si estende anche a qualificati commentatori che ammettono la responsabilità russa, ma aggiungono sempre che bisogna anche evitare toni di sfida, provocazioni verbali nei confronti di Putin e, soprattutto, tenere conto del contesto nel quale l’aggressione è stata decisa. Fin dall’inizio molto diffusa è stata l’ammissione che effettivamente la Nato aveva “circondato” la Russia e che ciò aveva provocato un senso di insicurezza che ha portato alla guerra (l’abbaiare della Nato ai confini ricordato dal Papa). Evidentemente l’adesione volontaria dei paesi dell’ex blocco sovietico alla Nato in fuga dalla sfera di influenza russa non merita molta considerazione per tanti osservatori così come non la merita lo schieramento di basi con molte centinaia di armi nucleari puntate sulle città europee ai confini dell’Europa oppure addirittura all’interno come nel caso di Kaliningrad. Mai quelli che mostrano comprensione per le ragioni di sicurezza della Russia si sono preoccupati della nostra sicurezza e quindi delle armi che i russi hanno rivolto contro di noi.

Anche di fronte all’evidenza di una macchina bellica poderosa per invadere l’Ucraina preparata con molto anticipo la contrizione di tanti è stata per la scarsità di iniziative della diplomazia con ciò ignorando colpevolmente sia i tanti tentativi di dialogo che hanno preceduto l’invasione sia quelli successivi. Macron è l’esempio più chiaro di questa ostinazione nel voler provare una via di comprensione per l’aggressore. Non solo prima della guerra è andato a Mosca a parlare con Putin, ma anche dopo i suoi contatti sono stati frequentissimi giungendo fino a stabilire il principio di non umiliazione della Russia che attaccava le città e la popolazione ucraina, che massacrava senza freni e il cui capo – Putin – ripeteva che non ci sarebbe stata nessuna rinuncia ai suoi obiettivi.

Dunque la via della trattativa è stata percorsa, ma non ha portato a nulla perché unilaterale. L’Occidente, che non ha invaso l’Ucraina, dovrebbe interrompere l’invio di armi e aprire a negoziati (esemplare fra i tanti Landini “anziché andare verso negoziati di pace andiamo verso una corsa al riarmo”). Da solo perché l’aggressore non tratta e usa tutte le armi che vuole. Il mondo pacifista sta continuando a ripetere da un anno che bisogna far parlare la pace, che le armi non risolvono niente e che bisogna combattere la guerra. Un capolavoro di astrazione. Guerra, pace, armi come concetti decontestualizzati. Non è mai arrivata da quella parte l’unica parola chiara che doveva essere detta fin dall’inizio: “fuori i russi dall’Ucraina”. Basta questo per mettere una pietra tombale sul pacifismo italiano incluse la parte cattolica e quella di sinistra e sindacale. Le spiegazioni di questa soggezione verso la Russia e Putin possono essere molteplici, ma indicano chiaramente un’assoluta incapacità di capire chi siamo e perché viviamo in regimi liberi e democratici che sono stati conquistati con le armi e con la sconfitta del nazifascismo, non con le chiacchiere.

L’invasione russa dell’Ucraina è semplice e per capirne le ragioni basta dare ascolto a Vladimir Putin che lo ha detto più e più volte e lo ha scritto in articoli che hanno preceduto il 24 febbraio  2022. La conquista dell’Ucraina e degli altri territori che appartengono al “mondo russo” è una questione esistenziale per la Russia. Putin vuole ricostruire l’impero che quella nazione ha sempre avuto nel corso della sua storia passando dagli zar al regime comunista all’attuale regime dittatoriale. Lo spirito è quello di un distacco e di una contrapposizione con l’Occidente visto come depositario di tutti mali del mondo. Il senso è la perpetuazione del potere di una classe dirigente che vuole far coincidere i suoi interessi con lo Stato che le deve appartenere senza ostacoli e con un popolo di sudditi senza voce. Dispotismo orientale semplicemente. Per questo la sottomissione di una nazione come l’Ucraina che viene considerata (e dichiarata!) inesistente è così importante. È il primo passo di un’espansione verso altri stati che nel passato componevano l’impero russo ed è, quindi, il primo passo verso altre guerre. La novità assoluta, dopo la Seconda Guerra Mondiale, è quella di una potenza atomica che ricorre alla guerra per attuare un piano di espansione territoriale e minaccia l’uso dell’arma nucleare contro gli stati che vanno in soccorso dell’Ucraina aggredita. Questo fa automaticamente della Russia un nemico della pace mondiale.

Preoccupa il disinteresse di tante nazioni lontane geograficamente dal teatro di guerra e lontane come valori. E preoccupa l’appoggio cinese fin troppo spiegabile con il desiderio di indebolire gli Usa per guadagnare spazio alla propria affermazione come prima potenza mondiale che rimane l’obiettivo della Cina proclamato addirittura nella sua costituzione. Se non si stroncano i piani della Russia oggi ci si troverà una nazione più forte che ripeterà lo stesso schema di continuo fino ad impattare con un paese membro della Nato causando uno scontro diretto con l’alleanza dell’Occidente e quindi la guerra mondiale. Fin troppo semplice da capire. Fermare la Russia oggi in Ucraina infliggendole una dura sconfitta militare significa allontanare la guerra atomica. Il problema è che la Russia gode di estese simpatie in Occidente e in Italia in particolare. Per molti anni la dirigenza russa ha comprato politici, intellettuali, giornalisti, organi di stampa e di informazione, ha costruito una diffusa presenza su internet che ha formato un’opinione pubblica sensibile ai suoi interessi godendo persino delle reminescenze del comunismo sovietico visto come l’antagonista del capitalismo. L’antiamericanismo radicato nell’opinione pubblica italiana in particolare eredità delle battaglie di quello che fu il più forte partito comunista dell’Occidente e della presenza di una Chiesa cattolica retrograda e naturalmente ostile alla diffusione della libertà di religione e dei costumi hanno preparato il terreno favorevole a chiunque si opponesse agli Usa.

L’Occidente esteso anche ai paesi asiatici alleati (Giappone e Australia innanzitutto) non ha altra alternativa che riarmarsi per ritornare ad una deterrenza che allontani le mire di sopraffazione di potenze dittatoriali che naturalmente sono portate alla guerra. Dalla tragedia ucraina si deve uscire con questa consapevolezza e l’Europa per prima si deve risvegliare dal dolce sogno di un’umanità in pace dedita solo alla cooperazione e ai commerci. Questi dovranno esserci e migliorare a favore delle nazioni meno sviluppate, ma non possono sostituirsi ad una crescita dell’Europa come potenza anche militare al fianco degli Stati Uniti e degli alleati asiatici. Questa è una vera speranza di pace.

Claudio Lombardi

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