La ricostruzione a L’Aquila è perfetta, lo dice Canale 5: schiaffo in faccia agli aquilani (di Aldo Cerulli)

Il “miracolo” abruzzese va in onda a Forum, tranquillo programma di Canale 5 della tarda mattinata, seguito da un pubblico di casalinghe e pensionati. La recita è di una delle comparse del tribunale televisivo di Rita Dalla Chiesa. Peccato che la signora in questione non sia neanche aquilana e che per dire quelle cose sia stata pagata. La fortuna della tv-verità è basata su storie verosimili, ma non vere. L’intuizione manzoniana che ha portato al successo il travagliato amore dei Promessi sposi è ancora seguitissima dagli autori televisivi e non è un mistero per nessuno. Per questo la notizia che la signora abruzzese abbia partecipato a Forum recitando a soggetto e non parlando del suo caso personale non stupisce nessuno.

La novità è che il copione stavolta si è spinto oltre, arrivando a tessere un vero elogio al governo su uno dei temi più caldi su cui l’esecutivo si sia misurato: il terremoto de L’Aquila. La signora Marina Villa, 50 anni, ha una ditta di pompe funebri in società con il marito a Popoli, paesino abruzzese. Nella finzione del tribunale di Canale 5 diventa però una commerciante di abiti da sposa de L’Aquila, arrivata dal giudice di Rita Dalla Chiesa per discutere la separazione dal marito.

Tra una rivendicazione e l’altra, però, la signora Marina sente l’incontenibile bisogno di esprimere tutta la sua riconoscenza al Governo del fare, che ha cambiato L’Aquila da così a così, trasformando le macerie del sisma in una valle di villette a schiera e di speranza nel futuro. “Hanno riaperto tutti l’attività – recita la signora Marina – i giovani stanno tornando. Vorrei ringraziare il presidente e il governo perché non ci hanno fatto mancare niente…Tutti hanno le case con i giardini e i garage, tutti lavorano, le attività stanno riaprendo”. E la conduttrice conclude: “Dovete ringraziare anche Bertolaso che ha fatto un gradissimo lavoro”. “Quello pure volevo dire”, continua la signora Marina.

Non paga, la signora (o meglio, gli autori che le hanno scritto il copione) alza il tiro: “Inizialmente hanno messo le tendopoli, ma subito dopo hanno consegnato le case con giardino e garage. Sono rimasti 300-400 che sono ancora in hotel e gli fa comodo. Stanno lì a spese dello Stato: mangiano, bevono e non pagano, pure io ci vorrei andare”. Conclude Marina, visibilmente soddisfatta del risultato che gli è valso un compenso di 300 euro.

Intanto preoccupa sapere che, se non fosse emerso tutto quanto, molti sarebbero stati indotti a prestare fede alle parole della finta aquilana e congiuntamente che, davanti ad un vero tribunale benchè televisivo, sia stato dichiarato il falso.

Accanto alla finta aquilana è stato messo un finto marito nemmeno lui de L’Aquila e i due, ovviamente, non sono marito e moglie, mentre, invece, nella finzione televisiva non esplicitamente dichiarata come tale, erano una coppia di terremotati in lite per il divorzio.

Alla Repubblica Bianchini racconta che la puntata era scritta a tavolino dagli autori, che c’era un copione e c’erano anche i suggeritori dietro le quinte. Quindi pura propaganda scritta dagli autori di Forum, come mai era successo prima. Ma perché la trasmissione ha deciso di buttarla in politica? ”Non lo so – risponde Bianchini – Guardi, ha fatto tutto la redazione, io e questa signora Villa dovevamo fare solo gli attori. Lo volete capire che c’era un copione?”. 

La realtà dice che a L’Aquila, in quella che è stata ribattezzata la zona rossa, prima del terremoto c’erano circa duemila attività. Mille erano botteghe, panifici, negozi di alimentari, ristoranti, bar, agenzie turistiche, studi commerciali, parrucchieri. E oggi solo 30 sono tornati nel centro storico. Gli altri aspettano.

“Per ripartire non vogliamo il grano, vogliamo zappe e sementi” invoca Celso Cioni, direttore provinciale di Confcommercio de L’Aquila. La città, infatti, sta cercando di tornare alla normalità. Ma non può farcela da sola. Ha bisogno delle zappe, ovvero delle agevolazioni economiche e fiscali per poter riacquistare gli strumenti necessari per avviare di nuovo le attività. E ha bisogno delle “sementi” dice Cioni. Ha bisogno, cioè, di “gente, che abbia voglia di mettere a servizio de L’Aquila la propria esperienza e competenza”. E rivolge un appello agli economisti italiani: “Raccogliete la sfida e misuratevi con questa situazione seria e complicata. Ci serve il genio di chi ha idee nuove” e non inutile propaganda

 “Percorrendo a piedi il centro storico de l’Aquila si ha come l’impressione di trovarsi davanti a un esercito ferito” racconta l’architetto Angelo Patrizio, Responsabile del Settore Urbanistica e Progettazione Urbana della Confcommercio Nazionale. Come sanno bene i cittadini non solo non è iniziata la ricostruzione del centro storico, ma anche le macerie sono ancora lì così come gli edifici pericolanti. Le scelte del Governo e le incapacità che si sono espresse anche a livello locale hanno fermato il tempo e i terremotati lo sono ancora persino nell’animo (il consumo degli psicofarmaci è molto aumentato dopo il terremoto) perché la loro vita normale non si sa quando riprenderà. E in tutto questo le menti “geniali” di Canale 5 hanno pensato di fare un regalo a Berlusconi inventandosi la finzione della terremotata felice. Ma si può continuare così in Italia? 

Concludo con una frase che mi ha colpito e che ho visto nelle vicinanze della ex Casa dello  Studente:

“ a voi turisti di passaggio che fate le foto utilizzando questo sfondo non chiediamo pietà o commiserazione , ma chiediamo che venga sempre detta la verità dei fatti che avete visto affinché l’informazione sia retta e chiara; solo così non li dimenticheremo.”

 Aldo Cerulli Segretario regionale Abruzzo Cittadinanzattiva

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