Una legge elettorale è una legge elettorale

Una legge elettorale è solo uno strumento nelle mani di un elettorato. Si pensa allo strumento e non si pensa all’elettorato.

Così la legge elettorale diventa l’ultima frontiera, il deus ex machina dal quale tutto discende. La via di una deriva autoritaria o la via della salvezza. Equivoci ed illusioni.

Ci si dimentica che solo due anni fa si sono svolte elezioni nelle quali nonostante il porcellum, nonostante le macchine elettorali dei partiti, nonostante la corruzione e i mille tentacoli del potere un movimento semi organizzato ha conquistato il 25% dei voti.

Di contro, nonostante il proporzionale durato più di quaranta anni, l’Italia ha conosciuto la più pervasiva occupazione del potere e la più violenta aggressione alla libertà dei cittadini con veri e propri tentati colpi di stato e con le stragi.

Dunque non è vero che tutto ruota intorno ad una legge elettorale. Se l’elettorato trova la strada giusta riesce ad esprimersi comunque. Se non la trova non si esprime e si allontana dalla partecipazione.

Ma è poi l’italicum una strada così sbagliata? Non pare proprio. Un’approssimazione sì ed è questa, forse, la caratteristica meno convincente perché una legge elettorale si dovrebbe scrivere avendo di fronte i decenni non i mesi.

È un motivo per ricominciare la spola tra Camera e Senato? Si potrebbe anche fare se ci fosse un progetto condiviso dalla stragrande maggioranza delle forze in Parlamento e accettato dai cittadini in grado di portare alla legge nel giro di un mese. Ma così non è, perché se fosse possibile lo si sarebbe già visto.

Insomma quello in corso è il terzo esame da parte delle Camere nel giro di ben più di un anno e se si arriva ad una conclusione non è poi uno scandalo. Chi invoca il dialogo ha avuto tanto tempo per dialogare. Perché non è stato capace di produrre niente? E quale è la durata giusta del dialogo prima di decidere?

No l’italicum non è perfetto, ma tutte le leggi elettorali degli ultimi vent’anni sono state approssimazioni o deviazioni perché di meglio i nostri rappresentanti non sono stati capaci di fare. Hanno deciso nell’orizzonte di quello che a loro conveniva nell’immediato.

Siamo così costretti ad andare avanti con sperimentazioni successive peregrinando da un sistema elettorale all’altro sperando di imbroccare, prima o poi, quello giusto

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