Berlusconi deve uscire dalla politica (di Claudio Lombardi)

Berlusconi ha superato il limite e deve andar via dalla politica. Non c’è altra possibilità. Le sue vicende private non devono più ostacolare il governo dell’Italia.berlusconi via

Sei anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici” è la richiesta di condanna di Ilda Boccassini per Berlusconi accusato di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Quattro anni di carcere e 5 di interdizione dai pubblici uffici è la sentenza confermata in appello per la truffa dei acquisti all’estero di Mediaset. Condanna in primo grado per il caso dell’intercettazione giudiziaria rubata e divulgata nel 2005 per danneggiare l’allora leader della sinistra Pero Fassino. La storia giudiziaria di Silvio Berlusconi si arricchisce di tre nuovi capitoli. Tre capitoli che aiutano a definire i tratti di una persona che delinque consapevolmente e sistematicamente.

Questa volta è difficile pensare a qualche legge ad personam che lo salvi dai guai. Non c’è prescrizione che tenga, non c’è impedimento per impegni di governo, non c’è più nessuna scusa.

Nella sua lunga carriera di imputato S.B. le ha provate tutte per sfuggire ai processi. La sentenza definitiva, quella che lui ha temuto e teme così tanto se l’è già data da solo. Un uomo con un potere così grande che unisce come mai nella storia d’Italia quello mediatico, quello politico (e istituzionale per tanti anni) e quello economico non sfugge ai processi se è sicuro della propria innocenza. Fa il contrario: chiede che i processi si svolgano di corsa per dimostrare che lui non ha commesso nessun reato. E ne esce assolto con formula piena.

berlusconiInvece è il comportamento ventennale di Berlusconi la sua condanna. Fugge perché è colpevole. Ormai conosciamo la solenne presa in giro degli italiani quando inveisce contro i giudici comunisti e quando afferma di essere vittima di un complotto. La faccia tosta a Berlusconi non è mai mancata, con quella ha saputo costruire un impero non da imprenditore, ma da esperto sfruttatore della politica e da navigante nelle torbide acque del malaffare e dei capitali di origini così poco oscure che il marchio mafioso su quei soldi viene dato per certo nelle ricostruzioni storiche.

Ma soprattutto se Berlusconi non avesse saputo inventare e utilizzare un sogno del tutto irreale e spacciarlo per buono agli italiani sarebbe già finito all’estero in qualche staterello da cui non è concessa l’estradizione.

L’invenzione di una rivoluzione liberale che lui non ha mai nemmeno concepito, ma che, evidentemente, gli italiani desideravano tanto gli ha dato la spinta iniziale che si è poi tradotta in una versione aggiornata dell’italianissima versione dell’arte di arrangiarsi fregandosene degli interessi generali e anteponendo a tutto i propri interessi particolari.

Berlusconi è stato bravissimo a dare forza propulsiva nuova a questo vecchio “sogno” italiano che affonda le sue radici nel menefreghismo di un popolo invaso e privo di una dignità nazionale condivisa e nemico dello Stato.

La sua resistenza ai vertici della politica non ha i caratteri della battaglia delle idee, ma è solo una strenua resistenza a difesa dei suoi affari che più si conoscono e più si scoprono di stampo malavitoso.

Purtroppo è capitato in un periodo storico di assoluta incapacità delle forze alternative di definire un progetto convincente e di conquistare il consenso degli elettori e purtroppo ha capito per primo la potenza della televisione di cui si serve tuttora per inventare una realtà parallela da spacciare per vera.

Colpisce che abbia un seguito così vasto, con molti voti e un partito che gli obbedisce come un fedele servitore. Nessuno scrupolo nei suoi seguaci, tutti compatti a difesa del capo.

Nessuno che si sia vergognato dell’esempio dato agli italiani e ai giovani in particolare e che si sia preoccupato dei danni. Un Paese vive anche di etica, di regole, tutti capiamo che non se ne può fare a meno. Questo è il danno peggiore prodotto dal berlusconismo. La corruzione elevata a valore e a regola di vita, l’illegalità come principio.in fondo al tunnel

Tutto ciò non si può accettare perché disgrega la convivenza civile. Non si può rinviare questa battaglia culturale e politica a quando i vari pezzi del centro sinistra avranno trovato la proposta giusta per convincere gli  italiani a sostenerli con la maggioranza dei voti giustificando con questa mancanza il potere di Berlusconi. No, c’è bisogno di chiarezza e di tenere separati piani che sono distinti. Se il centro destra ha una proposta più valida e attuale del centro sinistra gli elettori giudicheranno, ma non si può accettare la disarticolazione dello Stato per lasciare in piedi il potere di uno solo.

Claudio Lombardi

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