Caso Almasri: il punto di Fabrizio Cicchitto

Nella vicenda Almasri due forzature: la prima quella del Procuratore Lo Voi che, invece di fare accertamenti pregiudiziali sull’esposto Li Gotti, ha subito emesso una sorta di avviso di garanzia trasferendo la questione al Tribunale dei ministri. Pur essendo da sempre legato a polizia e servizi Li Gotti è un privato come gli altri per cui il sistema si incepperebbe per intasamento se i procuratori traducessero in avvisi o trasferissero in automatico al Tribunale dei ministri tutti gli esposti presentati da privati. Forte è l’impressione che Lo Voi abbia colto al volo l’occasione di riversare sul governo una grana per ritorsione nei confronti del sottosegretario Mantovano che ha bloccato i suoi voli con gli aerei di stato a Palermo. Ciò detto non capiamo però perché Giorgia Meloni non ha subito apposto il segreto di stato sullo spostamento in Libia di questo capo della polizia libica che può essere pericoloso per l’Italia. Schlein, Boccia e Fratoianni sanno bene come stanno le cose e se non lo sanno si informino da Minniti e da Gentiloni. Non è stato messo in libertà un trafficante in esseri umani, ma un personaggio che con le truppe in Libia ci può fare molti danni in tre questioni assai delicate: il funzionamento degli impianti dell’Eni, il sequestro di qualche italiano che lavora in quel paese, il via libera ai barconi di migranti verso le nostre coste. L’operazione fatta rispedendo in Libia di questa autentica bomba umana è ancor più giustificata vista la polpetta avvelenata che ha cercato di propinarci la Corte Penale Internazionale che ha spiccato il mandato di cattura solo quando il libico è arrivato sul nostro territorio per procurarci una serie di grane. Parliamoci chiaro senza ipocrisie: sono molti quelli che farebbero carte false per provocare la cacciata dell’Eni dagli impianti petroliferi in Libia. Allora è incredibile la mistificazione con cui si sta svolgendo in Italia la discussione su questo tema. Questa mistificazione è provocata dalla fretta sospetta con cui Lo Voi ha messo nelle mani del Tribunale dei ministri l’esposto di un qualunque cittadino; dalla mancata opposizione del segreto di stato da parte del governo; dalla demagogia dell’opposizione che denuncia una cosa falsa e cioè che il governo avrebbe consentito il ritorno in Libia di un tagliagole mentre la questione è diversa.

Per dirla fino in fondo noi non abbiamo in Libia una forza militare in grado di proteggere l’Eni e gli italiani lì presenti e di bloccare i barconi e quindi dobbiamo fare i conti con i capobanda libici. Queste cose la sinistra  le sa benissimo per averle praticate anche essa quando era al governo. Anzi, quello che sta facendo questo governo deriva da lì solo che la meloni ha complicato le cose cercando di farle alla chetichella e non a viso aperto con il segreto di stato. Ultimo punto. Gruber, Floris, Formigli stanno attaccando il governo a testa bassa: ne hanno pienamente diritto. Non si capiscono però due cose: perché la sinistra protesta se Bruno Vespa dice l’opposto e difende il governo? E perché questi conduttori gridano alla violazione della libertà di stampa se la meloni risponde ai loro attacchi? Se si costruisce un ring su di esso si danno colpi e li si prende. Strana pretesa quella della Gruber e di Giannini: loro attaccano la Meloni a testa bassa, ma lei non dovrebbe rispondere perché così colpirebbe la libertà di stampa. Non credevamo che fossero così fragili e delicati.

Fabrizio Cicchitto (da facebook)

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