Il M5s ci ha provato, ma Grillo torna indietro

Sì il M5s, salito al vertice dei consensi sull’onda di una ribellione contro le lentezze e l’inefficienza della politica e contro la sua inaffidabilità (insomma il vaffa), sta per cambiare strada. Non ci può essere che questo dietro l’ennesima svolta del fondatore/padrone. Bisogna dire che Grillo ci ha provato a dare un seguito alla grande vittoria elettorale del 2018. Prima il governo con la Lega, poi quello con il Pd (e l’odiato Renzi!), da ultimo con il top dei poteri forti: Mario Draghi.

Il Grillo che guadagnava voti e fiducia con i suoi spettacoli, predicando miracoli irrealizzabili, ma abilmente sbandierati come a portata di mano (la democrazia diretta, le auto a idrogeno e giù giù fino alla pallina di plastica per lavare i panni senza detersivo) ha dovuto lasciare il campo ad un movimento trincerato nelle cariche di governo e sottogoverno. Conte avrebbe portato il M5s ad essere un partito organizzato come è ovvio che sia chi chiede il voto degli elettori. Grillo ha “strappato” per bramosia di potere sicuramente, ma anche per mancanza di idee. Si prepara a tornare al riparo di un nuovo vaffa, ma stavolta gli elettori non ci cascheranno di nuovo

30 giugno 2021

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