La violenza, le pene, le vittime

La violenza è una parte non eliminabile del cammino dell’umanità. In Italia l’abbiamo conosciuta in tutte le sue manifestazioni a partire dalle guerre. Abbiamo avuto periodi di grande diffusione della violenza: stragi, attentati, terrorismo, mafie che tentavano di sovrapporsi allo Stato, bande criminali. Oggi ci sono forme diverse di violenza e forse più diffuse di prima (nelle scuole e negli ospedali), ma una richiesta allo Stato prevale sulle altre: che ci protegga. Sappiamo bene che è difficile e così si diffonde una sensazione di insicurezza che può anche provocare altre esplosioni di violenza. Basta una rissa tra bande giovanili, basta una macchina bruciata in una strada di periferia o assistere all’aggressione di medici in un pronto soccorso per sentirsi più insicuri. La stragrande maggioranza dei cittadini si sente una possibile vittima e vorrebbe veder puniti i violenti. Spesso non accade e lo Stato si rivela debole e incapace. La certezza della pena è uno scudo e un esempio per tutti i cittadini. Se la violenza non si può evitare almeno la punizione deve essere certa. Una visione quasi mistico/religiosa mette al centro il recupero e la rieducazione del condannato per qualunque tipo di reato. L’ideale della società pacificata e armoniosa si sovrappone alla realtà e il cittadino vede il carnefice aspettarsi sconti di pena e scarcerazione che è stato stabilito siano un suo diritto mentre l’esigenza di punire appare quasi una vergogna da nascondere come se fosse un tratto di inciviltà. Le vittime restano vittime

31 gennaio 2023

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