Le tante possibili minacce della Russia a noi europei
La questione se la Russia sia o meno una minaccia per l’Europa assume spesso contorni farseschi. Ma cosa significa esattamente minaccia?
Se con questo si intende che ci sia qualche possibilità che Putin l’anno prossimo invaderà la Germania o il Regno Unito la risposta è ovviamente no, per il semplice fatto che non potrebbe neanche volendo. Un esercito che non riesce ad avere ragione dell’Ucraina non può sperare di fare una guerra aperta a un qualunque stato europeo occidentale che, di fronte a una provocazione così gigantesca, avrebbe sicuramente l’appoggio diretto di altri stati europei. Questo persino escludendo l’attivazione dell’’art 5 della NATO la cui valenza futura non è più assicurata.
Ma allora di che parliamo? Cosa potrebbe succedere visto che l’opzione nucleare è fuori discussione per svariati motivi?
Potrebbe succedere che invece di aggiungere un nuovo partner con grandi risorse e potenzialità alla sfera economica e culturale europea questo partner venga progressivamente fagocitato dalla Russia (leggi Ucraina).
Potrebbe succedere che un Putin ringalluzzito dal non aver pagato un prezzo si annetta (formalmente o sostanzialmente tramite dei capi di stato fantoccio) anche Moldavia e Georgia, cosa che sta già provando a fare.
Potrebbe succedere che tramite piccole provocazioni, sostegno militare segreto e finanziando illegalmente movimenti politici la Russia crei tensione nelle zone russofone dei paesi baltici per avere una scusa per “tutelare” quelle minoranze (il trucco è ormai vecchio, chiedere a Hitler, inoltre ha funzionato alla perfezione nel Donbass).
Potrebbe accadere che alcuni stati europei concludano dei contratti con un qualche paese (per esempio africano) per la fornitura di metalli o minerali indispensabili e la Russia decida di finanziare un colpo di stato coi suoi gruppi di mercenari per sovvertire una situazione a lei sgradita (studiare cosa ha fatto la Wagner in Africa). O, per fare un altro esempio, l’Italia potrebbe essere ricattata in modo discreto facendo ventilare l’ipotesi che le nostre infrastrutture energetiche all’estero potrebbero non essere al sicuro (per quale motivo pensate che abbiamo liberato il criminale libico? Semplice realpolitik).
Potrebbe succedere che decidano di “forzare” il corridoio per Kaliningrad, lamentando che per loro è una questione esistenziale. Me li vedo i nostri pacifisti strillare che non possiamo rischiare la terza guerra mondiale per qualche km di terra lontana da noi.
Potrebbe succedere che la Russia finanzi e protegga stati o movimenti canaglia per ricattarci in modo subdolo danneggiandoci. Gli Houthi che mettono a repentaglio le nostre rotte commerciali nel canale di Suez, che noi per indole non affronteremmo mai militarmente, vi dicono qualcosa? (C’era una piccola verità in questo senso nelle parole carpite a quella gigantesca testa d’uovo del vicepresidente Vance nella chat “segreta”).
Potrebbero rivendicare un nuovo giacimento nel mare del nord mandando qualche nave militare e facendo volare qualche caccia in zona per indurci a riconoscere che è loro. Anche se non lo fosse per le convenzioni internazionali (non vorrete rischiare la terza guerra mondiale per un giacimento vero?).
Potrebbero continuare a finanziare illegalmente movimenti, intellettuali, giornalisti e leader anti europei (anche ammettendo che per la maggioranza si tratti di utili idioti).
Potrebbero aumentare gli attacchi informatici o gli incidenti ai cavi per le telecomunicazioni per moltiplicare il caos e l’ insoddisfazione. Tutto ciò insieme a un sapiente flusso della disinformatja (no, la maggior parte dei cittadini non è abbastanza intelligente o scaltra per percepire la cosa).
E poi ancora: violazioni di spazi aerei (chiedere ai paesi scandinavi per i particolari), piccoli incidenti di frontiera, modesti sconfinamenti per tenere a bada supposti terroristi occidentali, avvelenamenti misteriosi di personaggi scomodi, bluff nucleari ai quali ci ostiniamo a credere e rivendicazioni crescenti su questo o quello con la scusa di garantire la loro sicurezza e il loro spazio vitale. Magari un’isoletta della Finlandia (non vorrete scatenare la terza guerra mondiale per un’isoletta finlandese vero?).
E infine sì, dopo aver sapientemente saggiato la nostra incapacità di opporre resistenza, se non con la diplomazia, a minacce e soprusi ripetuti, dopo aver usato sapientemente il bastone e la carota per dividerci, dopo aver fagocitato piccoli pezzi di territorio, se l’Europa fosse indifesa e incapace di opporre alcun ostacolo, potrebbero minacciare azioni militari più o meno estese per costringerci a concedere sempre di più. Fino a intaccare la nostra sovranità e la nostra libertà di autodeterminazione. Per poi, eventualmente, metterle anche in pratica quando valuteranno che il costo da pagare non sarebbe troppo alto.
Molti di questi scenari sarebbero stati fantascienza finché potevamo contare sull’alleato americano sempre pronto (a volte troppo pronto) a intervenire con la sua straordinaria forza militare ed economica. Ora, invece, diventano più credibili.
Questo ragionamento è rivolto a coloro che hanno un senso morale talmente volubile da non considerare sufficiente, per opporsi alla Russia, il fatto che un grande paese, che contava 40 milioni di persone, sia stato attaccato militarmente senza che ci fosse nessun pericolo e nessuna minaccia per quest’ultima e sia stato parzialmente annesso contro ogni elementare rispetto del diritto internazionale (per i benaltristi di sto ca**o: no, noi occidentali non ci siamo annessi il Kuwait, l’Iraq, l’Afghanistan, la Serbia e nessun altro paese, che guarda caso sono ancora paesi sovrani, in alcuni casi anche ostili).
Ma si sa che certa gente sfoggia altissimi valori morali per delle ca**ate, laddove il pragmatismo dovrebbe prevalere, per poi sfoggiare un cinico e finto pragmatismo laddove i valori morali sono irrinunciabili e imprescindibili.
Parafrasando in modo sicuramente goffo, e me ne scuso, il celebre sermone di Martin Neömuller:
Prima vennero a prendere gli ucraini e non mi preoccupai.
Poi vennero a prendere i moldavi e stetti zitto.
Poi vennero a prendere i georgiani e mi voltai dall’altra parte.
Poi vennero a prendere i lituani, gli estoni, i lettoni e qualche polacco e non mi ribellai.
Poi vennero a prendere i finlandesi ma era una questione che non mi riguardava
Un giorno vennero a prendere me, ma non era rimasto più nessuno a protestare.
Elio Truzzolillo (da facebook)
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