Votare non votare chi votare
La questione delle astensioni ovvero del non voto è semplice: chi non vota, quale che sia il motivo apparente, ha una grande fiducia nelle istituzioni e nella politica che le governa. Talmente tanta da non prendersene cura sicuro che qualcun altro lo fa. Un atteggiamento opportunista sulla stessa lunghezza d’onda di chi evade le tasse, ma con meno danni per la collettività. Bisognerebbe far provare a queste persone le conseguenze del non voto di tutti gli elettori e cancellare istituzioni e amministrazioni. Forse capirebbero il loro errore. Chi non vota sa che non può accadere e così può continuare a coltivare la sua astensione sentendosi persino nel giusto.
Altrettanto semplice è la questione di chi votare. Nei sistemi fondati sulla libertà e sulla democrazia l’unico modo valido di affrontare il governo della dimensione pubblica è quello gradualista cioè riformista o moderato. Il gradualismo è un approccio che tiene conto degli equilibri propri delle società complesse ed evita gli sconvolgimenti causati dal massimalismo e dall’estremismo che tendono ad imporre a tutti un punto di vista particolare. Moderatismo però non significa impotenza bensì intransigenza verso chiunque pretenda di usare il sistema per i suoi scopi (affarismo, illegalità) e contro gli aggressori dall’interno e dall’esterno. Ovvero contro chi muove guerra alla libertà che siano le mafie o Putin si combatte e basta
8 giugno 2024
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