La strage di Mosca e il suo contesto

L’attentato sembrerebbe avere una matrice islamonazionalistica, nel senso che è islamica, come sempre quando si ha a che fare con l’Isis, ma anche nazionalistica, nel senso che proviene da quel mondo di ex Repubbliche Sovietiche che la Russia ha sempre cercato di controllare, dopo la fine dell’URSS, con l’istituzione dell’OTSC (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva). È, questa, un’organizzazione di mutua assistenza, anche militare, che, nei piani di Mosca, avrebbe consentito di resuscitare l’URSS sotto mentite spoglie, un’organizzazione nella quale Mosca è ovviamente dominante.

Il quadro, però, non si è mai mostrato idilliaco come Mosca si augurava. Alcuni Stati si sono sfilati, altri sono entrati in guerra tra loro (ultima tra Tajikistan e Kyrgyzstan, ma l’elenco sarebbe lungo), altri ancora (Kazahstan) tendono a volgere lo sguardo alla vicina e dinamica Cina. Insomma, un insieme tutt’altro che monolitico, un’area nella quale si intrecciano conflitti religiosi, conflitti nazionalistici e conflitti tra nazioni, di qua e di là dal Caspio.

Un elemento in comune, però, è l’insofferenza di parte di queste popolazioni nei confronti di Mosca dalla quale, almeno formalmente, sono indipendenti dalla caduta dell’URSS, indipendenza che, però, nei fatti, sovente non esiste, essendo la Russia molto desiderosa di mantenere il suo ex Impero. Ai bordi di quest’area, poi, sorgono Cecenia e Afghanistan. La prima è Russia, non è uno stato indipendente ma, come il secondo, è da sempre fucina di radicalismo islamico, come anche gli americani sanno benissimo. In queste aree si sono formate generazioni di terroristi che hanno fatto scuola, presso i vicini e, in generale, nel mondo.

Da qui, da questa polveriera, parrebbe provenire la radice dell’attentato a Mosca, istanze religiose che si mescolano a impulsi nazionalistici con le prime che sovente servono da base ideologica (diciamo così) per i secondi.

L’attentato è avvenuto nel giorno in cui Putin è stato rieletto con quasi il 90%, in elezioni a dir poco dubbie, se non proprio farsa. Lo scopo del plebiscito era dimostrare come la Russia sia solida e marziale al seguito del suo leader. Proprio lo stesso giorno, a casa del leader, si dimostra invece la debolezza dello Stato. È vero che attentati del genere si sono verificati anche in Occidente (Bataclan, Nizza e, purtroppo, tanti altri) ma, in quel caso si trattava di un elemento nuovo a cui i Servizi dei vari Paesi erano largamente impreparati. Ma Mosca, con la Cecenia, è stata la prima a subire questi colpi, e si poteva supporre che, da allora, avesse sviluppato un’intelligence preventiva in grado di fermare queste organizzazioni criminali. Non solo. In uno Stato oggettivamente in guerra, nel quale si suppone che la capacità di reazione sia ai massimi livelli, l’intervento delle forze di sicurezza pare sia stato molto tardivo.

In queste settimane si va diffondendo, qui in Occidente, la visione secondo la quale la Russia sia solida, invincibile e indistruttibile. Una visione che poi porta a considerare futile ogni aiuto all’Ucraina, destinata comunque a essere sconfitta, e che invece caldeggia l’idea della bandiera bianca, della resa per evitare guai maggiori. Questa idea di Russia solida e invincibile, però, non sembra condivisa da coloro che hanno organizzato l’attentato. Noi vediamo la forza e solidità della Russia, anche perché la Russia ci tiene molto a dar quest’immagine di sé, ma altri vedono, con ogni probabilità, uno Stato indebolito dalla guerra e scelgono questo momento per aggravare la crisi. Aprono, o cercano di aprire, un secondo fronte, interno al mondo ex sovietico, perché vedono come il primo fronte (Ucraina) assorba risorse e sforzi. Vedono quindi, a differenza di molti di noi, una Russia più fragile di quanto si pensi e si voglia far pensare. Una Russia che celebra il trionfo di Putin, la conquista, a prezzo di migliaia di vite, delle rovine di Avdiïvka, ma poi non è in grado di prevenire, e poi di reagirvi, un attacco portato nella stessa capitale. Per quanto l’opinione pubblica moscovita e russa sia pigra o narcotizzata, alla fine non potrà che cominciare a porsi qualche domanda.

Jack Daniel (tratto da facebook)

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