A questo punto il problema è il Pd (di Claudio Lombardi)
A questo punto il problema è il Pd. Se ha senso che questo partito esista deve essere il promotore del rinnovamento. È vero che l’elezione del Capo dello Stato deve rappresentare un momento di unità nazionale e di condivisione. Ma questo non significa non cercare i migliori, escludere dei criteri rigorosi di selezione e usare l’elezione del Presidente per scambiarsi favori tra partiti. La scelta di Marini indicata da Bersani contraddice tutti i possibili criteri per individuare un candidato per il Quirinale.
È sorprendente che si sia anteposto l’accordo con un partito come il Pdl che rappresenta il contrario di tutto ciò che un Capo dello Stato dovrebbe rappresentare: in primo luogo rispetto assoluto delle istituzioni e della Costituzione quale massima espressione della legalità democratica.
Per anni abbiamo assistito allo spettacolo indecente di un partito di proprietà di Berlusconi completamente asservito ai suoi interessi, un partito che ha mal governato l’Italia, che ha messo in crisi l’equilibrio dei poteri costituzionali, che ha manifestato disprezzo per la legalità e per la magistratura. E oggi questo partito diventa il partner privilegiato del Pd per la scelta del Presidente della Repubblica? In base a quali motivazioni?
No, non funziona così. Non si può scegliere un partner se non partendo da una propria idea. E la proposta del Pd non è stata fatta a parte un generico e, a questo punto ambiguo, appello al cambiamento non seguito da azioni coerenti. Non può questo partito andare a rimorchio di tutte le altre componenti riservandosi di accettare per “responsabilità nazionale” anche ciò che è inaccettabile. Il Pd dovrebbe essere il motore del cambiamento dicendo lui per primo cosa vuole fare, indicando gli obiettivi e sfidando gli altri a raggiungerli.
La scelta del Pd è ancora più paradossale nel momento in cui sono presenti in Parlamento e nel Paese forze nuove che hanno avuto un consenso vastissimo. Tutti dovrebbero aver capito che la maggioranza dell’opinione pubblica vuole una svolta. Non si tratta di scegliere un alleato, ma di costruire un percorso che abbia come base su alcuni criteri semplici che sono quelli scritti sopra: Costituzione, legalità, rispetto delle istituzioni.
E invece abbiamo l’accordicchio fra Pd e Pdl. A cosa mira? A un governo cosiddetto di larghe intese? E perché larghe intese col Pdl? Cosa c’è in comune fra il programma del Pd e del Pdl? Forse che il Pd ha messo questo nel suo programma elettorale?
Da qualunque parte la si guardi la scelta di Bersani ha il senso di una resa alle esigenze di gruppi politici che rispondono solo ai loro interessi e che evidentemente non coincidono solo con il Pdl. Una resa che comprende anche i problemi giudiziari di Berlusconi. Una resa senza combattimento e senza sapere dove andare subito dopo. Sarà quello di Bersani un disegno così raffinato che è ormai diventato incomprensibile? Vuole arrivare a votare un altro candidato invece di Marini dopo aver lacerato il Pd per esempio D’Alema? E cosa cambierebbe rispetto all’accordicchio fatto sul nome di Marini? La sostanza sarebbe la stessa se non peggiore e confermerebbe l’attitudine alla doppiezza e ai patti di potere di una nomenclatura di partito attenta alla sua carriera e non certo ai problemi dell’Italia.
No, veramente adesso il problema è un Pd che non comunica con i cittadini perchè non sa e perchè non vuole scoprire le sue vere intenzioni, non ha il coraggio di compiere scelte coerenti con ciò che proclama e non rappresenta, dopo questa svolta conservatrice, l’esigenza di un rinnovamento profondo della politica italiana.
Claudio Lombardi
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Bene, Claudio
non posso che apprezzare il coraggio di dire le cose come stanno. E’ un buon giorno quello in cui le persone in buona fede che sostengono il Partito Democratico prendono atto che per rinnovare il Paese c’è davvero bisogno di “cambiare testa” dentro il partito. Non certo con un cambiamento di facciata come quello proposto da Renzi, mi permetto di dire, ma un diverso atteggiamento mentale: offrire soluzioni efficaci ai problemi del paese e dei suoi cittadini.
Questo, e non altro, ci si aspetta dalla politica.
I giochi di palazzo sono la trappola che imbriglia le energie potenziali del PD. Liberatele. Uscite dal palazzo e scendete in mezzo alla gente, ad ascoltarla. Recuperate le radici dei grandi partiti di massa che hanno dato vita a questa realtà. Il Paese lo aspetta. E ne ha un enorme bisogno.