Ancora sull’omicidio stradale (di Claudio Lombardi)

vittime della stradaLa tragedia della piccola Stella Manzi uccisa da un delinquente ubriaco e drogato alla guida di un’auto usata come un’arma pone molti problemi: alcuni che richiedono risposte immediate, altri che hanno bisogno di più tempo. Purtroppo non è stato né il primo caso e nemmeno l’ultimo perché i morti sulle strade continuano a scandire un bollettino di guerra quotidiano.

Nell’immediato occorre che si riconosca la specificità del reato di omicidio stradale. In tanti non sono d’accordo perché pensano non ve ne sia bisogno oppure che possa portare ingiustizie e confusione.

responsabilità incidentiStrano, perché la situazione è fin troppo chiara: l’automobile può essere un’arma micidiale se usata in condizioni e in modo che il danno per gli altri divenga una conseguenza certa e prevedibile; chi lo fa e causa la morte ha una responsabilità precisa e diretta, non indiretta.

C’è poi un altro piano che riguarda l’educazione ai comportamenti responsabili. Qui, purtroppo, si tratta di fare una rivoluzione culturale perché si è formato un nucleo duro di disvalori che invocano la deresponsabilizzazione di ogni comportamento. Decenni di esempi illustri (e indecenti) e il martellamento dei mezzi di comunicazione, la stessa esperienza di vita quotidiana nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro hanno fatto la loro parte.

chi se ne fregaOgni popolo produce dei valori-guida che ispirano i comportamenti e le azioni. Da noi resiste e si rinnova il duplice insegnamento che ha radici lontane e che recita: “fatti furbo, pensa a te” e “io so’ io e voi nun siete un cazzo” (è scritto così in una poesia del Belli e dirlo meglio non si potrebbe). Illustri studiosi ed osservatori hanno parlato di familismo amorale e di specchio frantumato per descrivere i legami sociali degli italiani.

Il problema è serio e un po’ tutti stiamo pagando le conseguenze di un assetto che ha incorporato questi insegnamenti e li ha trasportati nell’economia, nella politica, nello Stato.

incontro irresponsabilità durezzaLa miscela esplosiva si crea quando il mito dell’Italia che ha simpatia per l’irresponsabilità e che non punisce mai veramente i criminali (chi ruba delle fettine di carne al supermercato sì) si incontra con persone di altri paesi abituate ad una diversa durezza della vita e delle relazioni umane. A quel punto è possibile che cedano i freni inibitori e che tutto appaia possibile a menti incolte e con tendenze ad imporsi con la violenza.

Un drastico cambio di rotta è indispensabile. Occorre cambiare il clima culturale che si respira nel Paese. La massima libertà, le più ampie garanzie di tutela dei diritti devono accompagnarsi alla massima severità nel colpire i delitti. L’idea che trasmette l’Italia deve cambiare in modo che lo percepiscano tutti, italiani e stranieri, e che nessuno si illuda più di potersela cavare con qualche avvocato più furbo degli altri e con i mille cavilli di un sistema di norme legato ad un Paese di notabili e di azzeccagarbugli e ormai incapace di disciplinare una società complessa.

Claudio Lombardi

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