Niente preclusioni ma scelte razionali: il Ponte sullo stretto
Ponte sullo Stretto. Non so se essere d’accordo o meno, considerati i costi da un lato e il beneficio dall’altro, ma so che le ragioni generalmente addotte da coloro che lo rifiutano non mi convincono. Per esempio.
1) È una zona sismica. Ma và? Mi chiedo e vi chiedo: ma vi pare che i progettisti che hanno lavorato al Ponte in questi decenni fossero all’oscuro della cosa? Del terremoto di Messina del 1908 tutti sanno tutto e solo i progettisti lo ignorano? Inoltre: non vengono regolarmente costruiti ponti in zone persino più sismiche, dal Giappone al Bosforo alla California? Ovviamente non sono ingegnere, ma posso immaginare che gli ingegneri esperti che ci lavorano abbiano pensato molto bene al problema e abbiano predisposto contromisure. C’è sempre, insomma, questa spocchia populistico analfabetoide di ritenersi più esperti degli esperti e ritenere che le proprie conoscenze (limitate), del tipo che quella è zona sismica, siano ignorate dai massimi esperti mondiali del settore. Mah.
2) A che serve il Ponte se in Sicilia e al Sud non ci sono ferrovie? A che serve risparmiare un’ora di percorso se poi ne devo spendere chissà quante per arrivare da Palermo a Messina e da Villa a Napoli? Giusto, ma su queste tratte i lavori sono in corso, basta andare sulla pagina di RFI (https://tinyurl.com/4xkrtpya ) e vedere che stanno lavorando all’Alta Velocità sia della Palermo-Catania-Messina, sia della Salerno-Reggio Calabria. Visti i tempi, previsti per il Ponte, è assai probabile che questi cantieri Alta Velocità saranno ultimati prima della costruzione del ponte. Quindi, l’obiezione che il Ponte sarebbe una cattedrale nel deserto di ferrovie a binario unico e lentissime perde di fondatezza.
3) Variazione sul tema: ma farsi in macchina Palermo Roma, o Palermo Milano è già un tale viaggio che un’ora più o meno cambia poco. Anzi, sul traghetto posso pure celebrare il rito dell’arancino (a) in santa pace. Ecco: il Ponte serve poco alle macchine, molto ai treni. Proiettandosi nella seconda metà del secolo (perché è di questo che si parla) per andare in treno da Palermo a Roma ci si impiegherà (impiegherebbe), eventualmente costruito il Ponte e ultimate le alte velocità siciliane e calabresi, circa 6 ore, e meno di 5 da Catania. Si parte la mattina dalla Sicilia, all’ora di pranzo si è a Roma e nel pomeriggio, primo pomeriggio, a Milano. In treno, ovviamente elettrico. E se saremo allora in grado di produrre elettricità senza emissioni, questo viaggio avverrà senza gli inquinanti dell’aereo. Perché, ci piaccia o no, è necessario progettare un futuro senza emissioni e con il ricorso all’aereo limitato solo al mediolungo e lungo raggio (cioè dai mille e cinquecento o due mila Km in su).
4) Sì, ma c’è la mafia che non aspetta altro che di aprire i cantieri. Probabile, ma se è così, tagliamo il Sud Italia da qualunque opera infrastrutturale. Non dimentichiamo che, spesso, gli scandali peggiori avvengono nella Sanità. Che facciamo? Chiudiamo gli ospedali per evitare infiltrazioni? Non progettiamo più opere pubbliche al Sud? Bene, ma poi non ci si deve lamentare del ritardo infrastrutturale del Meridione.
5) Sarà un magna magna di proporzioni colossali. Idem come punto 4). Se si parte dal principio che noi non siamo in grado di realizzare un’opera senza ingrassare criminalità varie, rassegniamoci placidamente ad un destino di arretratezza. Altrove fanno ponti e infrastrutture, noi no, non siamo capaci di farle onestamente. Poi ci si chiede stupiti: ma com’è che un giovane di 25 anni scappa da questo Paese e va all’estero? Eh, chissà come mai.
6) Ma costa un patrimonio! Si parla di 15 miliardi! A parte che si parla di miliardi diluiti in molti anni, ma sarebbe, per pura decenza, molto meglio che coloro che hanno varato e difeso un provvedimento come il superbonus 110% tacciano. O parlino, ma dopo aver ammesso di aver varato un provvedimento catastrofico che non ha portato nessuna utilità se non aumentare i patrimoni dei possessori di case risanate a spese dello Stato.
Queste le critiche più popolari al Ponte. Come detto, non sono in grado di valutare costi e benefici nel prossimo secolo del progetto, non sono in grado di dire sì o no con convinzione. Ma so che gli argomenti portati avanti dai sostenitori del no mi convincono poco, se non per nulla.
Jack Daniel (tratto da facebook)
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