Papa Francesco, la religiosità e l’integrazione: intervista ad Omar
La visita del Papa a Lampedusa ha suscitato in tutti gli ambienti – quello della politica, quello delle istituzioni e finanche quelli cattolici – qualche polemica.
Noi, abbiamo deciso di ascoltare il punto di vista di Omar che in Italia è arrivato clandestino e che rispetto al significato della visita del Santo Padre a Lampedusa ha qualcosa da raccontarci. Un punto di vista il suo certo non molto lontano da quello di tanti ospiti del centro di accoglienza di Lampedusa che, in quei giorni la stampa e le televisioni hanno sfruttato mediaticamente.
Ciao Omar, grazie sin da ora del contributo che darai alla nostra riflessione. Il Papa a Lampedusa. Pensieri, parole, opinioni?
Innanzitutto ci tengo a precisare che sono musulmano e che quindi non ho nessun interesse di natura religiosa nell’affermare che, visti i gesti e ascoltate le parole del Papa, sono veramente felice che i cattolici lo abbiano eletto come capo della loro chiesa e mi auguro che sappiano sfruttarne le potenzialità. Mi chiedi del Papa a Lampedusa? Sinceramente mi sembra anche inutile parlarne: non è un fatto politico, come la televisione ci ha fatto credere in quei giorni. E’ un fatto spirituale. Il Papa rappresenta tutti i cristiani cattolici non solo quelli italiani ed europei. La religione cattolica è diffusa in tutto il Mondo e il Papa li rappresenta tutti. Poiché Papa Francesco ha sin dall’inizio dichiarato di stare al fianco degli ultimi è ovvio che non può non passare per posti come Lampedusa. Che la politica, abbia provato una certa invidia perché magari non ci ha pensato prima quello non è un problema né del Papa, né degli immigrati.
Senti Omar, ma da cosa pensi siano scaturite le polemiche legate all’evento?
Credo sinceramente che, nonostante la nomina della Ministra Kyenge (sulla quale avrei qualcosa da dire) e nonostante ci siano realtà consolidate da decenni, l’Italia non è un Paese multiculturale e pronto all’accoglienza e all’integrazione. Lo dico non perché sono immigrato e perché ho sentito sulla pelle (letteralmente) lo sguardo incuriosito della gente per strada ma perché abito in Italia da 12 anni e ho imparato a conoscere gli italiani. Ho come l’impressione che vivano in un micro-cosmo, viaggino poco, girino poco il Mondo e siano convinti che tutto si esaurisca nei confini nazionali. Allo stesso modo considerano che il Papa è a Roma e quindi il mondo della cristianità si esaurisce qui. Il Papa a Lampedusa è il Papa in visita dei deboli, dei poveri, dei disperati non è la visita a Lampedusa per entrare nelle polemiche sull’immigrazione, sulla clandestinità e così via. Piuttosto che suscitare polemiche il viaggio avrebbe dovuto suscitare delle riflessioni profonde, per esempio: forse il Papa sceglie Lampedusa perché rappresenta uno degli esempi peggiori in Europa?
Prima, parlando del Papa mi hai detto che avresti qualcosa da dire sulla Ministra Kyenge. E’ legato a questo evento?
Credo che per la stampa, la televisione e i media italiani nulla accada a caso. Fossi amico di Cécile le direi di dimettersi immediatamente per diverse ragioni: la prima è che un Paese che vuole l’integrazione non lo fa strumentalizzando la nomina della Ministra negra al governo. Lo fa e basta, con un ministro di qualsiasi nazionalità perché l’integrazione riguarda tutti: non solo negri, ma anche arabi, cinesi, americani, australiani, gli omosessuali e i diseredati. Poi, rappresentare l’immigrazione solo e soltanto come ricerca di “un posto al sole” scappando dalla fame non è corretto. Non so se riesco a spiegarmi. Nominare il Ministro Kyenge, della quale tutti conosciamo la storia e il grande impegno è come dire agli italiani: integriamo la loro subalternità. Non è così. Gli insulti di Calderoli, Borghezio e altri violano la dignità dell’Africa e ignorano anni di storia del colonialismo. Probabilmente qualcuno dovrebbe cominciare ad interrogarsi sul debito che l’Europa ha nei confronti dell’Africa….. Scusami ma su questo argomento mi scaldo un po’. Aspettiamo le scelte politiche della Kyenge a questo punto, perché sinora mi sembra che abbia avuto diversi alibi per non occuparsene.
Ok Omar. Torniamo al Papa, qual è il segreto del suo successo secondo te?
Credo che sia un grande comunicatore e abbia intuito il bisogno di rinnovamento che non è solo della Chiesa come istituzione, ma anche dei fedeli.
Fino a prima di Papa Francesco, il Vaticano era un’istituzione distante non del tutto aderente ai principi di amore, carità, solidarietà presenti nei testi sacri. Lo so perché il Vangelo l’ho letto. Noi musulmani crediamo in Cristo come profeta e ne riconosciamo la grandezza, voi cattolici, purtroppo non riconoscete Maometto…. Questione di punti di vista!
Tornando al Papa è una persona umile. E’ molto più vicino, negli atteggiamenti ad un parroco ecco perché tutti si sentono rassicurati dalla sua presenza e dalle sue parole. Ha scelto l’umiltà; lo ha fatto attraverso gesti importanti: dal rifiuto dell’appartamento papale e delle auto di lusso al no alla croce d’oro, fino alle prese di posizione sullo IOR e sui dirigenti del Vaticano… Insomma, speriamo vada avanti così, continui a bacchettare la politica, il potere, la corruzione e l’ostentazione della ricchezza e i falsi miti mandando un messaggio chiaro ai suoi fedeli. Lo dico perché il cambiamento della politica passa soprattutto attraverso il rinnovamento delle coscienze e ogni religione deve fare la sua parte….. E ovviamente lo dico perché l’Europa e l’occidente tutto ne hanno bisogno, non solo l’Italia.
(intervista a cura di Angela Masi)
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