Un colpo al cerchio e un colpo alla botte

Renzi ha furia di portare a casa risultati. Fregatura o no? Non si sa, ma intanto la pressione c’è. Non tutto è chiaro in quello che propone, anzi, ma spesso si ha la sensazione che parta d’istinto un freno non appena la discussione minacci di arrivare ad una decisione concreta.

Che stranezza. Ai tempi dei sacrifici non si restava troppo a discutere e tagli e aumenti di imposte fioccavano senza troppe resistenze compreso il pasticcio sulle pensioni. Sulla trasformazione del Senato si fanno appelli estremi come se ci fossero i carri armati davanti al Parlamento, ma in fin dei conti sempre un sistema parlamentare resta con una sola camera eletta direttamente come si è detto tante volte a partire dagli anni ’60. Comunque 7-8 mesi di discussione possono cambiare molto.

Invece la legge elettorale resta in alto mare e qui si ha la netta sensazione che il freno sia voluto come d’altra parte è sempre stato negli ultimi anni. Fino a che resta la legge elettorale stravolta dalla Corte Costituzionale i parlamentari stanno tranquilli che non si voterà. E la furia di Renzi che fine ha fatto?

Lavoro. Qui non ci vuole un genio per capire che la chiave della riforma è di nuovo la precarietà. Tre anni di rinnovi a tempo determinato a licenziamento libero sono quanto di meglio i datori di lavoro potessero aspettarsi. Ma il punto non è costringerli per forza ad assumere a tempo indeterminato, ma, come si è detto tante volte, rendere il contratto a tempo determinato o precario più costoso e scoraggiare i furbi. Anche creando un reddito minimo che faccia concorrenza a certi salari da fame.

Soprattutto bisogna trovare qualcosa su cui lavorare però. E qui ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta almeno in alcuni settori. Li vogliamo più turisti oppure no? La vogliamo proteggere Pompei dall’incuria e dai gruppi paramafiosi che la sfruttano o no? Vogliamo sistemare il territorio o aspettiamo le frane e le alluvioni per stanziare i soldi per gli sfollati? Per non parlare delle nuove imprese e dei contesti territoriali in cui si trovano ad operare. O della fibra ottica che manca persino al nord est. O delle strade intasate che quello che deve portare i suoi prodotti all’estero paga sempre di più.

Insomma c’è molto da fare, meglio armarsi di pazienza e di coraggio

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *