Il Labour ha vinto quindi tutti contenti a sinistra?
Il Labour ha vinto le elezioni in Gran Bretagna e governerà. Quindi la sinistra tutta è contenta, giusto? Macché. È un susseguirsi di post, prese di posizioni e argute analisi che giungono ad un punto: è una vittoria fasulla, se pure è una vittoria. Motivi? Vari.
1) Il sistema elettorale inglese che fa sì che un partito con l’X% dei voti prenda 2X% dei seggi. Vero, è il sistema uninominale, che a me non piace, ma ai britannici sì. Anche perché quel sistema ha aspetti che a noi sfuggono e di cui, invece, mi resi conto tanti anni fa, la prima volta che andai in Inghilterra. Vicino alla stazione della metro c’era una piccola costruzione in mattoni, all’apparenza un garage o un’officina. Accanto alla porta d’ingresso, una targa che più o meno diceva così: il Sig. John Smith (o come si chiamasse) riceve i cittadini di questo collegio ogni giovedì dalle 16 alle 19. Forse giorno e ora non erano proprio questi, ma il senso sì: il deputato (il MP) è una sorta di servizio pubblico del collegio, al quale ci si può rivolgere per problemi vari, del collegio e personali, che richiedono delle orecchie che li ascoltino. Noi questo tipo di vicinanza con il rappresentante non l’abbiamo mai avuta: la nostra Costituzione l’affiderebbe ai partiti, in un certo senso. Ma se i partiti evaporano, se i partiti sono solo posizioni ideologiche senza uno straccio di vita sul territorio, se la gente, peraltro, ha ribrezzo dei partiti, io, che ho problemi nel mio quartiere, a chi mi rivolgo? Dove c’è un garage con la targa “riceve il dalle ore alle ore”? Non c’è. Quindi il maggioritario uninominale (che a me non piace) agli inglesi piace molto anche per questo: perché ha un orario di ricevimento, che noi non abbiamo.
2) Starmer non ha vinto, si dice, hanno perso i conservatori. Sommando i voti di Farage a quelli di Sunak, si vede che la destra è più forte. Anche ammettendo (ma mica troppo concedendo) che per Farage abbiano votato solo i conservatori, ricordiamoci del buon Sun Tzu e dell’arte della guerra: “Per dissensi all’interno intendo quelli che mettono a nostro profitto la mancanza di accordo che può esserci tra gli alleati, tra i diversi corpi militari o tra gli ufficiali che servono nell’esercito nemico.”. Approfittare delle divisioni del nemico mostrandosi, al contrario, coesi e forti è uno dei segreti della vittoria. I conservatori sono parsi divisi, ma divisi lo sono dalla Brexit, quando una componente, poi maggioritaria, fece la guerra contro il proprio leader (Cameron). Insomma, erano molto più divisi qualche anno fa, ma questa volta lo stringiamoci a coorte degli anni scorsi non ha funzionato, il pericolo che vincesse Starmer non era ritenuto così esiziale, e non c’è stato un compattamento di voti. L’esercito nemico si è quindi sfilacciato e questa, ricorda Sun Tzu, è una delle vie con le quali si arriva alla vittoria.
3) Starmer, che ha vinto, ha preso meno voti assoluti di Corbyn, che fu sconfitto. Vero, l’affluenza è calata (di circa il 7%). Ma l’affluenza di ieri (il 60%, circa 29 milioni di elettori) è sì minore di quella del 2015 e 2017, ma in linea con quelle, per dire, del 2001 e del 2005, guarda caso elezioni stravinte da Blair. È che in un sistema maggioritario, quando già si prevede in partenza la larga vittoria di una parte, l’affluenza cala. Se io sono conservatore e abito in un collegio tendenzialmente laburista, e so che questo è l’anno dei laburisti, ma che ci vado a fare a votare? Dato il collegio uninominale, il laburista sarà eletto, e il mio voto mica va in qualche conteggio di resti nazionale: è inutile. Idem potrebbe pensare il laburista: il mio candidato è certo di vincere, il mio voto non è indispensabile. Ragionamento condivisibile o no (non lo è), è però normale che le elezioni con maggiore affluenza siano quelle incerte, mentre invece siano meno partecipate quelle di cui già si conosce o prevede il risultato; e il risultato di quelle di ieri lo si conosceva da mesi, ancorché non ne fosse chiara l’esatta portata.
In definitiva. Starmer ha vinto perché non rappresentava una minaccia e quindi i suoi non elettori non hanno sentito la necessità di compattarsi. Si sapeva che avrebbe vinto da mesi, molti sono quindi rimasti a casa. Ha preso molti più seggi di voti. Vero, ma è l’uninominale che avrà dei limiti, ma ha dei pregi (l’orario di ricevimento) che evidentemente agli inglesi piacciono più dei limiti.
Ma, inutile giraci attorno, il vero motivo per il quale parte della sinistra tende a sminuire il risultato odierno è dato dal fatto che ha vinto il Labour post Corbyn. Per anni, tra Blair e Corbyn, ci è stato detto che causa della crisi del Labour di Milliband era che fosse troppo blairiano e di destra. Con l’avvento di Corbyn, sinistra autentica, finalmente il partito eliminava i patogeni di destra e riprendeva a parlare al popolo.
Ne sono seguiti anni di sconfitte continue e ripetute, pur avendo di fronte non la corazzata Thatcher, ma un partito conservatore spaccato a metà che manco una cozza, con mezzo partito (i Brexit) che sparava ad alzo zero contro l’altro mezzo. Una guerra dilaniante e intestina che, però, non ha fatto vincere il Labour corbyniano perché al dunque molti elettori preferivano votare per quei conservatori disastrati piuttosto che permettere l’ascesa di Corbyn. Andavano in massa ai seggi, con affluenze elevate, e senza dispersione di voti. Direbbe Sun Tzu: non si è approfittato delle divisioni del nemico.
Stavolta Starmer non ha generato una mobilitazione avversaria. Molti sono andati (metaforicamente) al mare sapendo che il loro voto era inutile, molti hanno preferito votare Farage. Insomma, non si è fatto argine e non ci si è compattati contro un nemico che, evidentemente, non faceva troppa paura. Vince Starmer? Pazienza, si saranno detti in molti elettori conservatori, una sorta di rassegnazione che non esisteva ai tempi di Corbyn.
Ma la cosa a molti di sinistra non va giù. Perché ci deve sempre essere un Renzi o un Macron o un Blair a cui attribuire la colpa della mancata affermazione delle sinistre. Quando poi si vede che, buttate giù queste pericolose quinte colonne, la sinistra non vince, allora è necessario dire che c’è una congiura contro di essa da parte di volontà e poteri forti, anche sionisti (yes: letto pure questo). Quando poi si vede che, al contrario, col ritorno di un blairiano il Labour vince, allora diventa cruciale sostenere che non di vera vittoria si tratti. Come oggi, appunto.
Jack Daniel (da facebook)
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