Transizione energetica: la lobby siamo noi che paghiamo

Greenwashing: Strategia di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo. (Treccani)

Per estensione (aggiungo io) il termine potrebbe essere usato per caratterizzare quei gruppi e movimenti che, proclamando di essere gli unici e autentici depositari di consapevolezza ambientale, avanzano proposte o compiono azioni che non incidono per nulla sull’ambiente, quando non sono controproducenti, ma assicurano visibilità e sostegno.

Il motivo per quale non sono un fan di Ultima Generazione è che li considero greenwashing.

Quali azioni compiano, ormai lo sappiamo, dal blocco di strade all’imbrattamento (reversibile) di tele e palazzi. Cosa propongano lo leggiamo nel loro sito (https://tinyurl.com/rk3h28bs ):

1) interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale;

2) procedere immediatamente a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.

Partiamo dal secondo punto. I 20 GW richiesti sono abbondantemente previsti dal piano Cingolani e, quindi, verranno realizzati comunque. Ma, al di là di questo, il loro impatto sarà comunque limitatissimo. Noi, oggi, in Italia, tra sole e vento abbiamo installati tra i 30 e i 35 GW di capacità, una quantità ben modesta rispetto, per esempio, ai circa 120 GW installati dalla Germania. Eppure, per ragioni sin troppo note (che ricordavo qui https://tinyurl.com/yd72c3hr ) la Germania è uno dei Paesi europei con maggiori emissioni climalteranti. Se quindi noi ci svegliassimo domattina con 55 GW di solare ed eolico, ne avremmo comunque meno della metà della Germania che, però, è un paese altamente inquinante. In definitiva, i 20 GW proposti cambiano poco o punto.

Passiamo alla prima rivendicazione: stop al carbone e alle trivelle. Di carbone, in Italia, ne abbiamo un po’, circa 7 GW installati, contro, ad esempio, i 31 della Polonia e i quasi 40 della Germania, ed era pacifico che fosse destinato a spegnimento o riconversione. Se si è parlato di riapertura del carbone, lo sappiamo tutti, è perché c’era da rispondere all’emergenza creata dal calo di forniture di gas russo per le note vicende ucraine. Ma nessuno (che io sappia) ha mai proposto di riprendere in pianta stabile a produrre energia col carbone: si tratta di una proposta temporanea ed emergenziale. Quanto alle trivelle: ormai chiunque dovrebbe aver capito che estrarre gas in Adriatico ovvero in Siberia o Qatar, ai fini delle emissioni globali, non cambia nulla. Anzi, magari in Adriatico si è più attenti che altrove a perdite e fuoriuscite. Non solo: se le trivelle non le piazza l’Italia ma le piazza, ad esempio, la Croazia, ai fini delle emissioni globali ancora non cambia assolutamente nulla.

In definitiva: le loro proposte che dovrebbero salvare l’ambiente non salverebbero un bel nulla, e lascerebbero, dal punto di vista delle emissioni, la situazione più o meno com’è ora. Quindi potrebbero essere considerate neutre, e derubricate a insignificanti. Il guaio è che, a mio avviso, la loro azione è  controproducente. Provo a spiegare perché.

Da sempre, sulla questione energetica aleggia un pensiero magico, vale a dire l’idea che sia possibile passare agevolmente ad una produzione di energia green senza sacrifici. Anzi: con benefici economici per tutti. Se a questo Eden non si giunge è perché vi è un grumo di interessi economici, petrolieri, produttori di fossili, politici asserviti, che antepone il proprio interesse a quello dell’umanità. Per giungere all’Eden delle emissioni zero è quindi necessario sconfiggere la lobby del fossile e aprire la strada alla benefica riconversione. Come dice Ultima Generazione “il governo sta distruggendo la nostra economia a favore di una ristrettissima élite fossile”.

Questo pensiero magico, purtroppo, è magico e ben poco reale. Non per il fatto che non esistano poderosi interessi economici (hai voglia se esistono!), quanto per il fatto che sia possibile avere una produzione di energia a impatto zero senza sacrifici. Anche ammesso (ma mica troppo concesso) che un giorno si renderanno disponibili tecnologie che permettano l’accumulo di energia solare per quando il sole tramonta, tutti gli “studi” che parlano di arrivare al 100% rinnovabile postulano un aumento dell’installato eolico o fotovoltaico di 10 volte l’attuale. Ora, andate su Google e cercate eolico (o fotovoltaico) selvaggio e vedete ciò che esce fuori: proteste e comitati, con interventi di illustri santoni in Cattedra che tuonano contro il paesaggio deturpato. E teniamo presente che le proteste contro il selvaggio si riferiscono alla situazione attuale, non a quella prospettata con dieci volte la potenza in più. Del resto, che qualcosa non quadri, pure dal punto di vista economico, lo si intuisce anche leggendo le richieste di Ultima Generazione: si creerebbero migliaia di posti di lavoro. Chi li pagherebbe, di grazia, questi stipendi se non i consumatori, o sotto forma di bollette o di prelievo fiscale qualora lo Stato incentivasse le rinnovabili? Sottrarrebbero posti di lavoro ai fossili? Ma quanti sono, visto che si calcola (https://tinyurl.com/43a74tv6) che l’80% dell’occupazione mondiale nel settore dei fossili sia nell’estrazione, attività che, come noto, da noi praticamente non esiste visto che, come ben abbiamo visto, gas e petrolio li importiamo?

Passare ad una energia a impatto zero costa, e costerà. Noi stiamo avendo, in questi giorni, un discreto esempio di cosa succede quando l’energia aumenta di prezzo, sia per quanto riguarda le accise, sia per il caro bollette. Già si comincia ad intuire cosa costi passare tutti alle auto elettriche o all’elettrificazione totale, premessa indispensabile per un 100% a impatto zero. Pensate a riscaldamenti elettrici, caldaie elettriche, fornelli per la pasta elettrici. Tutto andrebbe riconvertito, e i costi chi li pagherebbe se non l’utente, direttamente o indirettamente (tasse)? Tant’è che lo studio forse più autorevole sulla transizione a zero emissioni nel 2050, quello della IEA (qui, disponibile, anche in italiano https://tinyurl.com/43nkty47 ) dice chiaramente che “Si stima che circa il 55 % del totale della riduzione di emissioni prevista dalla strategia sia correlata alle scelte dei consumatori, come l’acquisto di un veicolo elettrico, la riqualificazione delle abitazioni con tecnologie a risparmio energetico o l’installazione di pompe di calore.” Tradotto: più della metà del risparmio di emissioni verrà da scelte (cioè spese) dei cittadini. E quindi, prosegue la IEA, dopo aver constatato come il nucleare sia indispensabile per arrivare a zero emissioni, le spese dei consumatori aumenteranno. Dicono che aumenteranno leggermente (temo che non sarà del tutto così), ma lo dicono, comprendendo solo bollette ed elettrodomestici. A cui bisognerebbe aggiungere (soggiungo) i costi collettivi, finanziati da tasse, come la sostituzione integrale del trasporto pubblico basato su fossili o interventi del genere.

Questo è il motivo per cui cedere al pensiero magico è deleterio. Far credere che la transizione sia conveniente e sia fermata solo dagli interessi di pochi, porta fuori strada. La transizione a zero emissioni, che reputo assolutamente indispensabile, avverrà solo con il concorso partecipato e la consapevolezza dei cittadini. Bisognerà essere franchi: sì, costerà. Sì, parte del reddito se ne andrà per avere ciò che già abbiamo a costi minori (per esempio riscaldare casa). Ma ciò è indispensabile per il pianeta e per chi verrà poi. E questa è la ragione per cui considero Ultima Generazione controproducente: perché si rende invisa ai cittadini bloccando le tangenziali, o ridicola con la vernice su palazzi e opere d’arte. In definitiva, costoro non hanno capito che la vera controparte da convincere, nei prossimi anni, siamo noi, i cittadini normali. Siamo noi che dobbiamo essere convinti che sia giusto compiere sacrifici perché un domani, quando saremo tutti morti, compresi quelli di Ultima Generazione, il mondo possa lentamente cominciare a rimettersi in sesto. Bisogna convincere i cittadini, non (solo) sconfiggere l’ “élite fossile” e i i governi che la spalleggiano.

Questo perché, se imbevuti di pensiero magico, ci si dovesse rendere conto che la transizione costa, la prima reazione potrebbe essere il rifiuto. No a nuove pale che deturpano il paesaggio, no a nuovi impianti solari che sottraggono terreno, no a centrali nucleari, no all’aumento dei costi per acquisto di macchine elettriche, pompe di calore etc.. Ma come? Ci avevate detto che non solo passare a emissioni zero era gratis ma, pure, che senza petrolio e petrolieri ci avremmo guadagnato, e ora? Cosa scopro? Che costa, e tanto? E che la transizione non rende la campagna un Mulino Bianco, ma una selva di pale e pannelli?

A quel punto l’unica cosa che ci farà andare avanti sarà (sarebbe?) la coscienza collettiva che però andrà convinta, non provocata.

Riassumo il tutto: non sono fan di Ultima Generazione perché le loro proposte sono un cucchiaino nel mare: fanno credere che possano essere passi sostanziali quando, in realtà, sono o proposte che non servono a niente (trivelle in Adriatico, quando poi importiamo gas dal Qatar) o già abbondantemente previste e non risolutive (i 20 GW di rinnovabili). In più, con le loro azioni dimostrative e rivendicative, fanno passare il falso messaggio che i costi della transizione possano essere pagati solo dai petrolieri o chi per loro. Anche, ma saremo fondamentalmente noi coloro che sopporteranno i costi, siamo noi le persone da convincere, e certo non ci si convince con azioni controproducenti che ti rendono inviso. La transizione non ha tanto bisogno di rivendicazioni o provocazioni, quanto di persuasione. Se questa manca, qualunque Governo dovesse imporla sarebbe rovesciato alle prime elezioni da chi (vedi Trump, vedi Bolsonaro) nega, o sottovaluta, la crisi climatica e promette di mantenere le stesse, deleterie, abitudini. Bisogna, insomma, convincere gli elettori; i Governi seguiranno.

Jack Daniel (tratto da facebook)

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