Schlein e Meloni: la ricerca dell’identità che non serve all’Italia

In pochi mesi si è compiuta una piccola rivoluzione italiana: a capo del governo e dell’opposizione ci sono due donne entrambe impegnate nella ricerca di un’identità della parte politica che guidano. Giorgia Meloni ha costruito il suo partito cercando di farne il portavoce dello scontento e della rabbia in chiave nazionalistica (noi contro loro). Elly Schlein prova a ripescare l’antagonismo di sinistra contro tutte le ingiustizie in nome di un idealismo astratto che denuncia i problemi, ma ignora la complessità della realtà e delle soluzioni concrete per affrontarli.

Giorgia Meloni, però, si è già arenata sulla spiaggia di Cutro. Voleva apparire una statista impegnata a dare un volto nuovo ad una destra nazionale e ha fatto la figura della rozza insensibile priva di senso dello Stato legata alle rabbie minoritarie sulle quali è prosperata. Mentre tutto il mondo produttivo chiede a gran voce come mai prima d’ora di far entrare i migranti il suo governo appare incarognito e imbambolato. Abolisce un pezzo dei permessi di soggiorno e lascia in piedi l’assurda legge Bossi-Fini. Va contro l’interesse nazionale e si mostra incapace di impostare una politica dell’immigrazione. Vedremo se Elly Schlein sarà capace di fare meglio sull’altro fronte. Il problema è che l’Italia non ha bisogno di identità forti a cui aggrapparsi come consolazione, ma di politiche valide

13 marzo 2023

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